«In Svizzera i fondi distratti da Clini»

Nuova inchiesta per corruzione sull’ex ministro dell’Ambiente. Indagata anche la compagna triestina Martina Hauser

ROMA. È accusato di far parte di una associazione per delinquere finalizzata alla corruzione. L’ex ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, da lunedì ai domiciliari su richiesta della procura di Ferrara, è investito da una nuova bufera giudiziaria a Roma sulla gestione ministeriale di una gran massa di milioni utilizzati per finanziare progetti all’estero. La vicenda verte su presunte provviste realizzate tramite progetti per centinaia di milioni realizzati in Cina e Montenegro.

Oltre all’ex ministro, nel registro degli indagati sono state iscritte altre 4-5 persone tra cui la moglie di Clini, la triestina Martina Hauser, assessore comunale a Cosenza con deleghe per la Sostenibilità ambientale e le Energie rinnovabili, insieme alla Programmazione e l’ottimizzazione dell’uso delle risorse idriche. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Alberto Galanti, punta a chiarire se dietro le commesse per progetti di riqualificazione di aree (per la sola Cina sarebbero stati elargiti circa 200 milioni), si nascondano mazzette o giri sospetti di denaro. L’attività istruttoria ha vissuto una significativa accelerazione con le perquisizioni, avvenute nelle stesse ore dell’arresto di Clini, svolte dagli uomini della Guardia di Finanza. I militari hanno acquisito documenti negli uffici e nell’abitazione dell’ex ministro.

Le indagini riguarderebbero un arco temporale ampio, salendo a ritroso nella gestione dei progetti anche di alcuni anni. Per quanto riguarda le operazioni per il Montenegro chi indaga calcola in almeno 14 milioni di euro i fondi stanziati in favore di imprenditori. L’indagine dei pm romani si intreccia solo parzialmente con quella avviata a Ferrara, culminata con gli arresti di lunedì. I pm emiliani procedono per il reato di peculato in relazione al progetto New Eden, in Iraq, per riqualificare l’area tra il Tigri e l’Eufrate, che ottenne dal ministero dell’Ambiente italiano un finanziamento di 54 milioni di euro. Una accusa che viene spiegata nelle parole del gip di Ferrara secondo cui l’ex ministro dell’Ambiente Clini e gli altri indagati «hanno messo in atto un complesso e sofisticato meccanismo, preordinato all’appropriazione di denaro pubblico, conseguendo ingenti profitti». Per l’accusa una parte di questo denaro, circa 3,2 milioni di euro, furono distratti dall’ex ministro tra il 2007 e il 2011, quando ricopriva il ruolo di direttore generale del ministero. Soldi rintracciati dopo un’indagine durata oltre un anno, e partita l’estate scorsa, in un conto riconducibile a due imprenditori in una banca a Lugano, dove sono finiti dopo triangolazioni vertiginose per mezzo mondo. Ma alla fine di questa girandola quei soldi sono stati scoperti in un conto riconducile a Clini e all’ingegnere padovano Augusto Pretner. Un conto che, stando alle conclusioni del gip, era denominato “pesce”. L’ingegnere da lunedì ai domiciliari davanti al gip Piera Tassoni si è avvalso della facoltà di non rispondere.

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