In stallo il museo del Porto, Cuomo dà le dimissioni

Il presidente della Fondazione: "Tutto fermo". Caroli: "Ma quel posto è mio". Sfuma la sede dell'Immaginario scientifico. Carniello: "Per noi erano solo parole"

La vicenda dell'Immaginario scientifico che se ne va a Pordenone ad aprire una nuova sede da 800 metri quadrati affermando che a Trieste dell'Is non gliene potrebbe importar di meno è lo spioncino di ben altro. Illusioni, delusioni, pressioni e dimissioni si consumano sul futuro e sul controllo del polo museale che sta nascendo nel Porto vecchio, dove una sede nuova di zecca era stata promessa proprio alla vivace istituzione che divulga scienza ai giovanissimi. Che ne sarebbe diventata anche l'ente gestore, grazie alla forte esperienza acquisita. Per l'ex presidente dell'Autorità portuale, Claudio Boniciolli, «accordi verbali avanzati, con l'Is e il Museo della scienza di Milano, lo spazio era accanto a quello destinato al sommergibile Fecia di Cossato».

Ma il direttore scientifico Fabio Carniello ridimensiona: «Ipotesi decaduta, molto vaga, senza alcun documento, il magazzino indicato è invece da abbattere, e c'erano non pochi problemi: accessibilità piena, viabilità, allestimento, strutture ricettive. È rimasto un "pour parler"».

Aldo Cuomo, presidente della fondazione Istituto di cultura marittimo e portuale che Boniciolli ha creato per la realizzazione e gestione del museo, crede invece che «se finalmente si decide qualcosa, il rapporto si può recuperare e allora Carniello torna indietro anche dalla Luna». Ma il vero problema, mentre l'Is intanto si sfila, è che Cuomo si è appena dimesso dalla carica. Dimesso, o come altri dicono, indotto a dimissioni? Tra forma e sostanza, forse entrambe le cose. «Sì, ho mandato la lettera - dice -, ma sono sempre qui». Fa intendere di essere seccato fino a mollar tutto perché la nuova presidente dell'Ap, Marina Monassi, dal dì della nomina non si è mai occupata del museo e del Centro di formazione marittima di cui il presidente va fiero e che vuole sviluppare, mentre annuncia di aver ricevuto formale lettera dallo Stato maggiore della Marina che concede a Trieste il sommergibile storico (ma mancano 1,8 milioni per «musealizzarlo»), e promesse dalla Saipem che al museo darebbe i suoi primi robot per recuperi, installazioni e indagini nelle profondità marine. Pezzi che andrebbero ad aggiungersi alla centrale idrodinamica e alla sottostazione elettrica in restauro, ai documenti d'archivio del Porto e di Fincantieri. Lo stesso Cuomo dice: «Sono qui a titolo onorifico, dopo una vita nella Marina, rimango solo se si può sviluppare il museo e lanciare una scuola post-Nautico di alto profilo, nell'alta tradizione di Trieste, altrimenti non ci sto a fare una scuoletta professionale». E aggiunge: «La presidente indirà questa riunione la prossima settimana. Entro aprile tutto sarà chiarito».

Ma che cosa, in verità? Dietro questa storia non c'è tanto l'Immaginario scientifico, per cui Boniciolli ipotizzava uno spostamento del punto franco e l'ingresso da viale Miramare, e il cui "rimando" viene da Cuomo spiegato con la necessità di attendere l'atto delle concessioni, e non ci sono neppure i Rizzani-de Eccher che l'hanno ottenuta coi soci bancari: tutti dicono di averli informati e di averne incassato l'assenso. «Sono io, con Italia nostra, che rivendico la paternità della Fondazione in Porto vecchio - rivela Antonella Caroli, studiosa dell'antico scalo e grande artefice del museo -, sono io che ho trovato i 12 milioni di euro, e tutto mi è stato scippato per altri interessi, mi è stato tolto un lavoro di 20 anni per darlo in mano a Cuomo, così mi rubano la vita, mentre lui non ha alcuna cultura museale. Ho chiesto a Monassi che Cuomo sia allontanato, o io o lui. Anche lo statuto della Fondazione dovrebbe essere modificato. È Antonella Caroli - dice Caroli stessa - che ha salvato il Porto vecchio e creato il polo museale, e chiede che esso torni ai legittimi proprietari». «Caroli voleva fare il direttore del museo prima ancora che il museo ci fosse, voleva sottrarlo al controllo dell'Autorità portuale» ricorda Boniciolli. E infatti la cosa si palesa al dunque e passa sul tavolo di Monassi, mentre l'Is guarda al Friuli.

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