In Slovenia torna l’ipotesi del certificato al confine
LUBIANA Si prospetta un inasprimento dei controlli confinari in Slovenia e si va verso il probabile ritorno del tampone settimanale obbligatorio anche per i transfrontalieri. È questo lo scenario che è stato anticipato ieri dal ministro sloveno degli Interni, Ales Hojs, durante un intervento al Parlamento di Lubiana. Secondo quanto annunciato da Hojs, il governo sloveno potrebbe discutere a breve l’ipotesi di reintrodurre i «punti di controllo» alla frontiera e soprattutto dare luce verde alla reintroduzione dell’obbligo del test negativo per i transfrontalieri, sia lavoratori sia studenti, che «probabilmente dovranno fare il tampone almeno una volta a settimana». «Questa è la mia opinione, ma a decidere sarà il governo» nel suo insieme, ha precisato Hojs, senza fornire una scadenza temporale precisa per la ipotetica stretta.
La Tv pubblica di Lubiana ha suggerito tuttavia che una decisione in questo senso potrebbe essere presa già in settimana. I media di Lubiana hanno ricordato ieri che l’obbligo del test negativo per i transfrontalieri, introdotto nelle scorse settimane, aveva provocato malcontento sull’asse tra Slovenia e Italia e costretto Lubiana a fare marcia indietro nel giro di poche ore. Malgrado il recente calo dei contagi, la Slovenia ha osservato con preoccupazione la conferma del primo caso di variante sudafricana, riportato in patria da un turista che aveva soggiornato in Africa. L’esecutivo monitora lo sviluppo della curva epidemiologica e non si escludono possibili inasprimenti delle misure restrittive, ha confermato il premier Jansa. —
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