In Slovenia niente date certe sugli allentamenti
LUBIANA Il 12 marzo scorso alle 18 il governo sloveno ha ufficialmente proclamato lo «stato di epidemia» da cui è scaturita una serie di norme restrittive per cercare di fermare i contagi. Il governo guidato da Janez Janša ha costantemente monitorato lo sviluppo della situazione affiancato da un Consiglio di esperti operativo nell’ambito del ministero della Salute.
Nell’area dei Balcani occidentali per ora la Slovenia si dimostra la più restia ad avviare una vera Fase 2 con un ritorno alla vita sociale. Da una settimana hanno riaperto le industrie, seppure alcune a ranghi ridotti, per il rispetto delle norme di sicurezza attuate dopo l’accordo con i sindacati. Alcune aziende, ritenute strategiche per il Paese, non hanno mai smesso l’operatività. Le scuole restano chiuse anche se non è escluso un ritorno sui banchi dei maturandi da metà a fine giugno. I mezzi di trasporto pubblico restano bloccati così come gli aeroporti e le ferrovie, operative invece per le merci.
Negozi ancora chiusi, tranne i supermercati e quelli che vendono generi alimentari o di prima necessità come le farmacie. Ai supermercati dalle 8 alle 10 possono fare la spesa solo gli ultra 65enni, le donne in gravidanza e gli invalidi. Vietati anche gli assembramenti in luogo pubblico e la mobilità. Non ci si può recare in un comune diverso da quello di residenza o domicilio.
A partire dall’11 aprile è stata resa obbligatoria una quarantena di sette giorni per chi entra in Slovenia, con eccezione per i lavoratori transfrontalieri giornalieri e settimanali, persone che partecipano al funerale di un parente stretto in un Paese vicino, persone che trasportano merci e merci in transito, passeggeri in transito, cittadini sloveni, austriaci, italiani e ungheresi (non croati) proprietari o affittuari di terreno agricolo frontaliero. Dal 29 marzo è obbligatorio provvedere alla disinfezione dei condomini e alla pulizia di maniglie e citofoni con disinfettante almeno due volte al giorno. Obbligatoria anche la ventilazione dei locali.
La Slovenia è stata uno dei primi Paesi europei ad avere introdotto il test per la conferma della presenza del virus dopo l’esplosione delle infezioni in Cina. L’Istituto nazionale di salute pubblica ha preparato linee guida precise per il personale sanitario e gli epidemiologi. Sono state redatte e pubblicate le istruzioni per il monitoraggio epidemiologico dei pazienti e il monitoraggio delle persone che sono entrate a contatto con un caso confermato di infezione. Tutti gli istituti di cura hanno ricevuto indicazioni su come trattare le persone sospettate di essere affette da nuovo coronavirus negli studi medici di base e negli ospedali. —
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