In Slovenia il lago delle streghe che scompare e ricompare

POSTUMIA. Se in questi giorni ancora non siete soddisfatti dopo le zucche intagliate, le candele, i dolcetti e cercate qualche ulteriore scherzetto, non serve andare poi così lontano per vivere con l’immaginazione l’atmosfera delle streghe e le meraviglie dell’apparire e dello svanire senza parlare di magia. In Slovenia, a venti chilometri da Postumia, c’è un lago che scompare ai piedi del Monte delle Streghe.
In meno di un’ora di macchina da Trieste ci si può lasciare inebriare della bellezza della Natura, dei boschi incontaminati e dalle peculiarità del Carso e dei suoi fenomeni al Lago Circonio (Cerkniško jezero) e salire ai 1114 metri del Monte Slivnizza (Slivnica), dimora delle streghe per ammirare da lassù lo specchio d’acqua il Monte Nevoso.
Il lago intermittente si trova in una piana carsica con terreno impermeabile (polje) sul versante orientale delle Alpi Giulie, nella regione storica della Carniola, che raccoglie le acque di tutti i rilievi circostanti ed in particolare dalla vasta area del Monte Nevoso: si tratta di un lago carsico periodico a 545 metri di altezza - noto anche come Palude Lugea - che d’estate si presenta come una distesa coltivata e molto fertile e in primavera o nei periodi di intensa pioggia può arrivare a coprire una superficie di 56 kmq con una profondità che può variare da uno a cinque metri. In apparenza tutte le acque escono dal lago lungo il Rio del Gambero (Rak), ma in realtà la maggior parte viene inghiottita da voragini e imbuti (59 inghiottitoi maggiori e 20 minori) trasformando il lago in prato. Il Rio del Gambero sgorga attraverso un cunicolo sotterraneo dalle grotte del Principe Ugo (Zelške), un’antica caverna di cui si vede ancora il “piccolo ponte in pietra naturale” e si inabissa nella grotta del Tessitore (Tkalca) - il nome dalla forma della stalagmite che ricorda un uomo al telaio - dove c’è la seconda volta rocciosa il “grande ponte naturale”. La particolarità è che questo bacino può svuotarsi completamente nel giro di poche ore, fenomeno che non avviene secondo una regola precisa. Il lago è assai ricco di pesce, che si rifugia nei laghetti sotterranei e nelle voragini quando le acque si ritirano, riuscendo a sopravvivere nel sottosuolo e al buio completo in attesa di ritornare in superficie. Molto agevole è ovviamente in questa fase raccogliere tutto quello che rimane sul terreno.
In media il lago è asciutto per 50 giorni all’anno. Con il ritorno delle precipitazioni o lo scioglimento delle nevi gli inghiottitoi si trasformano in risorgive, allagando tutta la piana. Da metà ottobre solitamente riaffiora. Questa vasta zona umida (parco protetto dal 1949) è frequentata da molte decine di specie di uccelli che trovano l’ambiente idoneo per sostare e riprodursi.
Questo luogo è stato descritto ne 'La gloria del Ducato di Carniola' dallo storico Johann Weichard Freiherr von Valvasor (1641-1693) e segnato nelle mappe dell’epoca come ‘Cirkhnizer see’. Ed è Valvasor stesso che racconta delle streghe, menzionando processi ed esecuzioni avvenute durante la Riforma, indicando proprio questa località come epicentro della caccia alle streghe. A Carnevale la figura simbolica ripresa nelle maschere è quella di Ursula, una strega vecchia, gobba e con un dente solo, sempre a cavalcioni della scopa che è considerata la progenitrice e la capostipite di tutte le streghe (di cui si trova traccia in documenti del 1551). La leggenda vuole che il monte Slivnizza sia quello delle streghe; poco sotto la cima a 1074 mt c’è una baita ‘Dom na Slivnici’ aperta d’inverno solo nei fine settimana. Valvasor parlava anche della caccia ai ghiro (con cui si facevano i cappelli e l’interno dei cappotti. Proprio in questo periodo dell’anno, nelle notti in cui la vallata riecheggia dei richiami d’amore dei cervi, vengono ancora presi i ghiri con le mele come esca. La caccia è regolamentata da norme locali. Un tempo i fiumi carsici erano molto ricchi di gamberi d’acqua dolce
Nei pressi del villaggio di Kozarišce si visita il maniero di caccia Schloss Schneberg (Grad Snežnik) del 1269, che ebbe come ultimo proprietario Herman Schoenburg-Waldenburg morto nel 1943; nel 1945 la proprietà fu nazionalizzata e dal 1983 è stato aperto al pubblico come museo. Gli arredi originali sono intatti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo