In Slovenia agenti con la telecamera

Filmeranno gli interventi. Garantita la privacy dei cittadini. La polizia vuole così tutelare se stessa e l’opinione pubblica
Un agente della polizia slovena indossa la bodycam (rtvslo.si)
Un agente della polizia slovena indossa la bodycam (rtvslo.si)

LUBIANA. Attenzione, se venite fermati da una pattuglia della polizia in Slovenia tutto potrebbe essere filmato da una telecamera, più precisamente dalla bodycam che l’agente indossa sul petto. Niente di segreto, l’agente stesso, se avrà la telecamera, vi informerà tutto quanto succede e si dice viene filmato e registrato.

Per adesso la polizia della Slovenia ha in dotazione 30 di queste telecamere personali e saranno adoperate principalmente durante i servizi di ordine pubblico in occasione di manifestazioni sportive o in caso, sempre di ordine pubblico, in caso di manifestazioni di piazza. Ma anche alcune pattuglie di pronto intervento saranno dotate della novità tecnologica.

La bodycam per gli agenti di polizia non è una novità, la adoperano già altre polizie nel mondo e in Europa, ma per la Slovenia è in assoluto un nuovo strumento che, è nell’intenzione dei vertici dell’ordine pubblico, dovrebbe garantire maggiore sicurezza al lavoro degli agenti e, soprattutto, evitare il fiorire di cause contro gli agenti stessi per comportamenti troppo violenti o che superano le consegne di legge. Secondo Revelamedia, il fornitore delle telecamere alla polizia della Slovenia, le accuse di comportamenti scorretti a carico dei poliziotti diminuisce addirittura del 90%. La polizia slovena si doterà complessivamente, come spiega il portavoce, Robert Ferenc, di 120 bodycam. È chiaro, precisa il funzionario sloveno, che l’agente deve avvisare che sta usando la telecamera e sta quindi filmando quanto sta accadendo in tempo reale. «Il primo periodo di utilizzo di questa tecnica - spiega ancora Ferenc a Rtv Slovenija - è risultato molto positivo in quanto abbiamo registrato molto meno scontri contro la polizia e molto meno denuncie di prevaricazione subite per mano degli agenti stessi». I filmati vengono riversati alla stazione di polizia di appartenenza dell’agente in un computer grazie a un apposito programma e lì rimangono “salvati” per 45 giorni, il termine entro il quale per legge è possibile sporgere denuncia per presunti atti “inopportuni” da parte delle forze dell’ordine. Se nel frattempo ci sarà qualche denuncia è logico che il relativo filmato continuerà a rimanere in memoria.

Ma se le altre polizie nel mondo usano postare i filmati ottenuti dalle bodycam degli agenti per documentare il loro operato questo non sarà possibile in Slovenia dove non si vuole violare assolutamente il diritto alla privacy e dove non si ritiene opportuno che vengano divulgate pubblicamente immagini dove possono essere ritratte anche persone estranee al caso oggetto del filmato. L’uso della bodycam è strettamente regolato dalla normativa slovena quindi, spiegano alla polizia, non saranno mai rese pubbliche immagini di singole azioni della polizia, diciamo in casi di intervento per omicidio o per altri casi chiamiamoli così “singoli”. Diversa invece la situazione in cui ci si può trovare se si partecipa a una manifestazione pubblica dove si sa bene che ci sono telecamere in funzione proprio per garantire l’ordine pubblico.

Ricordiamo l’eclatante caso avvenuto in Croazia dove un poliziotto dotato di bodycam aveva ammanettato una 66enne che dopo aver attraversato il passaggio pedonale con il rosso aveva rifiutato di essere identificata. Nessuna punizione per l’agente che avrebbe agito secondo la legge, ma alla povera signora sono comunque giunte le scuse personali del poliziotto e del ministro degli Interni Ranko Ostoji„.

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