In ripresa la produzione di grappa
Il settore era entrato in crisi con l’aumento della pressione fiscale
POLA. La distillazione della grappa in Istria registra timidi ma incoraggianti segnali di ripresa grazie all’allentamento della pressione fiscale che negli anni scorsi l’aveva ridotta al lumicino. La novità, scattata lo scorso primo gennaio, favorisce soprattutto i piccoli produttori, quelli fino a mille litri di grappa all’anno, che si vedono ridurre l’imposta del 50% dopo che la legge sulle accise varata nel 2013 era stata un’autentica mazzata: in molti avevano infatti cessato l’attività. L’imposta è stata ora dimezzata da 7 a 3,5 euro per litro. E gli effetti si sono visti alla rassegna annuale della grappa tenuta di recente a Colmo, nel pinguentino. Se nel 2015 si erano presentati a Colmo 18 produttori, scesi l’anno seguente a 16, stavolta il numero è risalito a 37, giunti anche da Quarnero, Slavonia e Dalmazia.
Per Nikola Benvenuti, presidente dell’associazione Vinistra che raccoglie i produttori vitivinicoli della penisola, si tratta di un segnale incoraggiante: «Siamo sulla buona strada, che porterà la grappa a diventare un prodotto riconoscibile per l’Istria così come lo sono il vino e l’olio d’oliva». È stata semplificata notevolmente anche la modalità di partecipazione alle fiere, prima intralciata da una burocrazia pesante.
I piccoli produttori del distillato in Istria sono oggi 1.198, tenuti a pagare l’accisa sulla quantità di grappa prodotta ma anche la tassa sul possesso dell’alambicco. Da parte sua Benvenuti sollecita i distillatori a fare azione di “branding” e a tutelare con l’apposito bollino la grappa istriana nelle sue quattro varianti. Una iniziativa partita tempo fa, ma che non ha ancora preso piede.
(p.r.)
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