In regione il Pinot nero apripista di un’annata d’oro
TRIESTE. In Franciacorta, provincia di Brescia, azienda Faccoli, hanno staccato il primo grappolo d’uva una decina di giorni fa: Chardonnay per la produzione di spumanti. Raccolta di circa una settimana successiva a quella dell’anno scorso ma comunque precoce. In Friuli Venezia Giulia è un’altra storia.
Il meteo ha dato un mano, la quantità si annuncia in leggero aumento (non oltre il 5%), la qualità eccezionale (gli addetti ai lavori, scaramanzia, si limitano a parlare di «annata importante»), conseguenza di una vendemmia nel rispetto dei tempi: nessun anticipo, le uve bianche si raccoglieranno a partire da settembre, né prima né dopo rispetto alle stagioni più regolari.
L’eccezione non fa regola, stavolta. Tra la fine della settimana in corso e l’inizio della prossima in alcune zone della regione, Medio Friuli, Colli Orientali, Mariano, Prata di Pordenone, si comincerà con il Pinot nero base spumante. «È la verità più precoce - conferma Dario Ermacora, presidente di Coldiretti Fvg e viticoltore di Ipplis da 180mila bottiglie all’anno -: si parte da lì in particolare nei vigneti più giovani, quelli di due o tre anni, in cui l’uva matura prima». Il Pinot nero di maggior pregio, quello fermo, verrà dopo.
Ad avviare la vendemmia saranno come sempre i bianchi. Un calendario consolidato. Dai primi di settembre, fa sapere anche Roberto Felluga, numero uno della Marco Felluga (5-600mila bottiglie) e di Russiz Superiore (180-200mila), entreranno in cantina prima i grappoli del Pinot grigio, quindi Sauvignon, Friulano, Ribolla (sempre che non inizi a piovere, in quel caso, per una varietà che con l’umido tende a marcire, si anticiperà la raccolta di qualche giorno), Malvasia, Verduzzo e Picolit.
Per i rossi si attenderà presumibilmente il 20 settembre. Tra un mese via con il Merlot e poi Pignolo, Refosco, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon. Un percorso lungo altre tre settimane per chiudere le operazioni attorno al 15 ottobre, in tempo per evitare i primi, negativi abbassamenti di temperatura.
A livello nazionale Coldiretti e Confagricoltura prevedono un aumento del 5% rispetto ai 47,5 milioni di ettolitri della vendemmia 2015, anche se con un andamento differenziato tra le regioni: dalla previsione di crescita del 15% in Puglia al calo del 10% in Lombardia per effetto del bizzarro andamento climatico.
In Fvg il tempo è stato prezioso alleato delle aziende. Da lunedì, in particolare, il clima è perfetto. Il valore aggiunto è l’escursione termica: dai 10 gradi del mattino ai 30 delle ore più calde, una situazione ideale in assenza di pioggia (non prevista per un bel po’ di giorni). Per questo ci si aspetta una prodizione di altissimo livello. I grappoli sono spargoli, vale a dire con acini radi, spiegano gli imprenditori, una situazione molto favorevole in termini sanitari.
«Si mantengono i profumi e si preserva l’acidità, le previsioni sono ottime», ribadisce Felluga. Ottimista, «ma con prudenza», anche Nicola Manferrari, titolare di Borgo del Tiglio (Brazzano di Cormons, 50mila bottiglie all’anno): «È un po’ come alle Olimpiadi, conta è l’ultimo metro. I giorni a ridosso della raccolta saranno determinanti». Quanto alla quantità, è possibile che l’incremento medio del 5% possa riguardare anche la regione, ma per una motivazione diversa rispetto ad altri territori.
«In Fvg - ricorda Ermacora - la conversione da varietà che producono 130 quintali per ettaro al Prosecco, che ha invece una produzione di 180 quintali, finirà con l’incrementare i numeri». Il boom del Prosecco è assecondato anche dal recente investimento nel Pordenonese dell’azienda La Delizia di Casarsa: 12,5 milioni di euro per sfruttare l’acquisizione della cantina Friulivini e raddoppiare di fatto l’impatto sul mercato con un ampliamento di 11mila metri quadrati coperti nei quali trova spazio un impianto di vinificazione e stoccaggio da 90 mila ettolitri di Prosecco e Pinot Grigio, i due vini più coltivati in regione.
Stando alla fotografia di Coldiretti in Fvg si produrranno circa 1,5 milioni di ettolitri su 23.500 ettari: la parte del leone la fanno proprio Pinot Grigio (6.000) e Glera (la base del Prosecco, 4.000), a seguire Merlot (2.600), Friulano (1.700), Chardonnay (1.350), Sauvignon (1.300), Cabernet Franc (1.100), Refosco (800), Cabernet Sauvignon (600) e Pinot bianco (500). A crescere, tuttavia, è anche l’interesse della clientela per la “bollicina” importante, quella realizzata con il metodo classico.
«Varie aziende stanno iniziando a fare qualche selezione, partendo da Pinot Nero, Chardonnay, Ribolla - informa ancora il presidente di Coldiretti -. Si tratta di quantità non elevate, ma la direzione è quella della qualità. Un’alternativa che punta alla fascia alta del mercato e che serve a tutelare l’immagine della viticoltura di pregio, quella che ha fatto le fortune del settore in regione. Il Prosecco è certo una grande opportunità, ma parliamo pur sempre di un prodotto “industriale” più che vinicolo vero e proprio».
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