In regione gli assegni antipovertà toccano quota 5.512
TRIESTE. Il trend è più o meno costante: poco più di 200 domande al giorno. E così, a quasi un mese dall’avvio del sostegno al reddito, la misura antipovertà che il Friuli Venezia Giulia primo in Italia ha adottato come sistema regionale, le domande hanno sforato quota 5mila. Un assalto soprattutto a Trieste. Ma l’assessore Maria Sandra Telesca assicura che non ci sono allarmi: «I numeri sono quelli che ci aspettavamo».
I territori Il dettaglio fornito dagli uffici fotografa un totale di 5.512 istanze agli sportelli dei servizi sociali, di cui 5.233 definitive, 145 in compilazione e 134 cancellate a partire dal 22 ottobre, il giorno del battesimo del provvedimento.
L’area triestina è quella che raccoglie più domande: se ne contano 2.250 tra capoluogo (2.180), Muggia-San Dorligo (51) e Duino Aurisina (19). Segue il territorio Udinese con 1.246 (1.082 a Udine città), il Basso Isontino con 482, l’Alto Isontino con 430, il Cervignanese con 233 e il Latisanese con 154. A livello di Comuni, dietro a Trieste e Udine si collocano nella top ten anche Gorizia (430), Monfalcone (333), Cividale (135), Latisana (129), Cervignano (103), Pordenone (94), Codroipo (75) e Ronchi dei Legionari (55).
Le previsioni Tante domande, ma non tantissime, ribadisce Telesca. «L’informazione è stata capillare e l’interesse per l’intervento è andato incrementando. Il trend è risultato però senza scossoni e in linea con quanto avevamo previsto». Non a caso l’assessore a Salute e Protezione sociale della Regione conferma che la platea interessata viaggia tra le 8 e le 10mila persone. Esattamente quanto anticipato prima che l’operazione partisse.
Le risorse Risulta dunque «centrata» la quantificazione delle risorse: ai 10 milioni del 2015 (le prime erogazioni scatteranno a gennaio) nella Finanziaria 2016 si aggiungeranno altri 21,5 milioni. Soldi che risulteranno sufficienti, garantisce la Regione, tenendo anche conto del fatto che non tutti i richiedenti si vedranno riconoscere l’importo massimo di 550 euro mensili.
Paletti e importi Il regolamento prevede infatti che, con la premessa del tetto massimo di 6mila euro all’anno di Isee per poter partecipare al riparto e con l’obbligo di essere residenti in Fvg da almeno 24 mesi, nel caso di famiglia (anche di un solo componente) senza figli, l’assegno mensile (l’erogazione sarà però sempre bimestrale) va dai 70 ai 400 euro, con una graduazione a secondo dell’indicatore della situazione economica.
Gli scalini sono sei – da 0 a 1.000, da 1.000,01 a 2.000, da 2.000, 01 a 3.000, da 3.000,01 a 4.000, da 4.000,01 a 5.000, da 5.000,01 a 6.000 – anche per altre categorie. Nel caso di un figlio a carico l’integrazione al reddito va da 170 ai 500 euro, mentre con 2 o più figli la Regione verserà un assegno dai 220 ai 550 euro. All’interno di un triennio, il periodo della sperimentazione avviata con la legge 15, i beneficiari si vedranno riconoscere gli importi previsti per 12 mesi, ed eventualmente per un ulteriore anno, ma con un’interruzione di almeno un bimestre.
Il patto Il sostegno economico, peraltro, non è pensato con finalità meramente assistenziali. Il richiedente si deve impegnare a sottoscrivere un patto, condizione necessaria per accedere al contributo che comporta una ricerca attiva di lavoro, l’adesione a progetti di formazione o inclusione lavorativa, un impegno scolastico con regolare frequenza, comportamenti di prevenzione e cura volti alla tutela della salute, svolgimento di attività utili alla collettività, anche nell’ambito di progetti realizzati da realtà del terzo settore, enti locali e amministrazioni pubbliche.
Il rispetto delle regole Per il monitoraggio del rispetto del patto, ricorda Telesca, «è fondamentale lo stretto contatto tra servizi sociali e centri per l’impiego, che assieme promuovono il superamento delle condizioni di difficoltà tramite l’utilizzo coordinato di tutti gli strumenti di politica attiva del lavoro, di orientamento e di inclusione sociale previsti dalle normative».
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