In regione affluenza a quota 38 per cento

Nel capoluogo Fvg la percentuale più bassa di votanti. In caso di vittoria del Sì i parlamentari qui scenderanno da 20 a 12
Silvano Trieste 2020-09-20 Referendum Costituzionale
Silvano Trieste 2020-09-20 Referendum Costituzionale

TRIESTE Il Friuli Venezia Giulia si attesta leggermente sotto la media italiana dell’affluenza e Trieste spicca in regione come fanalino di coda del coinvolgimento degli elettori nelle quattro province, dove alle undici di ieri sera risulta aver votato il 38% degli aventi diritto, contro il 40% nazionale, al momento della chiusura di questo articolo. Il referendum confermativo del taglio dei parlamentari non scalda più di tanto il cuore dei cittadini, né ad aumentare l’afflusso alle urne contribuisce come altrove la chiamata per le elezioni regionali. Ma il risultato sarà valido in ogni caso, perché i referendum confermativi non prevedono il quorum.

Sul “sì” o il “no” alla riforma di Camera e Senato si sono espressi al momento circa 380 mila residenti, ma i cittadini potranno dire la loro anche oggi dalle 7 alle 15, quando le urne saranno chiuse e seguirà subito lo spoglio. Sembra però già da ora irraggiungibile il 72,52% di affluenza registrato in Fvg il 4 dicembre 2016 (all’epoca si votò solo di domenica), quando il referendum sulla riforma costituzionale del centrosinistra divenne un giudizio politico senza appello sul governo Renzi.

Stando ai dati aggiornati dal Viminale alle 23.30, il territorio più ligio è la provincia di Pordenone, dove ha votato il 30,5% degli elettori. Seguono Gorizia con il 28,9% e Udine con il 28,6%. Quarta e ultima si piazza Trieste e con non poco distacco: l’ultimo dato provinciale non comprende però il comune di Trieste ma solo quelli minori, anche se alle 19 Trieste era 4 punti sotto la media regionale.

Prosegue il trend che vede il capoluogo come la realtà meno sensibile alle urne: nel 2018 alle regionali l’affluenza fu del 43,7%, contro il 49,6% della media regionale e la punta del 52,6% conteggiata a Udine.

Il quesito referendario in Fvg non gode peraltro del traino delle regionali. In Veneto l’affluenza arriva infatti al 50,4%, in Toscana al 49,8%, in Liguria al 48,7%, nelle Marche al 47,2%. Ma c’è pure l’eccezione della Campania, sopra il Fvg solo di 5 punti. Il nostro territorio sta nel mezzo della classifica dell’affluenza dove non si è votato per le regionali, dietro a Trentino Alto Adige (61,6%), Emilia Romagna (42,6%), Piemonte (38,5%) e Lombardia (40,3%), ma davanti ad Abruzzo, Lazio, Umbria, Basilicata, Molise, Calabria, Sicilia e Sardegna, ultima con il 23%.

Le amministrative in soltanto dodici comuni minori non mutano lo scenario: nei municipi chiamati a eleggere il nuovo sindaco, i 39.748 residenti segnano infatti un’affluenza di ben poco superiore alla media regionale. La disaffezione per la politica, anche locale, pare aumentare di turno in turno.

L’esito della consultazione arriverà in serata. La riforma voluta con forza dal Movimento 5 stelle ha incassato, fra molti dubbi, il sostegno di quasi tutte le forze politiche, che a distanza di mesi si sono tuttavia in buona parte sganciate dalla posizione assunta in precedenza. Se prevarrà il “sì”, i 630 deputati saranno ridotti a 400 e i 315 senatori diventeranno 200.

Per il Fvg, il via libera farebbe passare i deputati da 13 a 8 e i senatori da 7 a 4. Al contrario della riforma Renzi, però, la riduzione degli eletti non corrisponde in questo caso ad alcuna modifica delle funzioni di Camera e Senato. —


 

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