In Porto Vecchio la chiave per la Trieste del futuro

Razeto (Confindustria): «Lì si innescherà un processo virtuoso per la provincia» Ma Fedriga (Lega) contesta il sondaggio del Piccolo: no alle case e ai ristoranti
Di Silvio Maranzana
Foto BRUNI TRieste 17 07 2011 Trieste veduta aerea-La Ferriera
Foto BRUNI TRieste 17 07 2011 Trieste veduta aerea-La Ferriera

Ha innescato subito un dibattito, in particolare sul modello di sviluppo economico della città, il sondaggio commissionato dal Piccolo - realizzato da Tolomeo Studi e ricerche - e pubblicato nei giorni scorsi. I cittadini hanno espresso il loro gradimento sulla giunta comunale, il proprio orientamento politico e l’opinione sui maggiori temi socio-economici. La questione cruciale è il recupero di Porto Vecchio, ritenuto importante dal 93% dei triestini. «Trieste ha la caratteristica di attorcigliarsi su se stessa - ammonisce Sergio Razeto, presidente di Confindustria Trieste - ma proprio dal Porto Vecchio potrebbe arrivare la spinta per innescare un circolo virtuoso. Giustamente sono state date concessioni a lunga scadenza, 70 anni, la sdemanializzazione è un falso problema, ora è importante spostare una parte del Punto franco e dovrebbe essere l’elemento determinante intanto per attirare capitali e mettere in piedi i cantieri edili.»

«Alla domanda “Lei è favorevole al riutilizzo dello scalo?” avrebbe potuto rispondere sì anche il 100% degli intervistati - commenta Piero Camber (Pdl) - Ma la domanda da fare era: “Lei per Porto Vecchio propone un uso portuale oppure residenziale?”» In realtà Camber non tiene conto di un dato: la domanda del sondaggio partiva infatti da una premessa, che fungeva da aspetto dirimente: «Il sindaco Cosolini ha promosso una marcia in Porto Vecchio per sensibilizzare sulla necessità di recuperare l’area.» Ma sullo stesso punto glissa e picchia duro anche Massimiliano Fedriga, deputato della Lega Nord: «Si sta insinuando che esiste una sola possibile alternativa: o facciamo anche case oppure tutto resta fermo. Ma non è e non deve essere così, perché il Porto Vecchio dovrebbe essere riservato a imprese che si occupano della lavorazione delle merci, a insediamenti di terziario avanzato in connessione con attività logistiche, il tutto favorito proprio dall’esistenza del Punto franco che potrebbe richiamare imprenditori internazionali. I porti nautici credo che portino ben poca occupazione, non voglio poi nemmeno pensare a ristoranti e locali con tutti gli stabili sfitti che esistono in tutte le altre zone della città. Ecco anche chi la pensa così, cioé come me, ha risposto “sì” a quel sondaggio”. Va da sè che l’interpretazione di Fedriga è soggettiva e del tutto in contrasto con le analisi del pool di ricerca che ha eseguito il sondaggio. Magari i triestini hanno visto che i vantaggi (presunti) del punto franco non hanno condotto a nulla in decenni e decenni?

Ma la maggioranza dei triestini si è espressa anche contro il rigassificatore e Ettore Rosato, deputato del Pd, ne avoca tutto il merito al centrosinistra . «Io sono convinto - afferma - che il rigassificatore di Gas Natural grazie alla nostra opposizione sia morto e sepolto. Certo, fosse stato per il governatore Tondo sarebbero forse già cominciati i lavori, così come voleva il ministro Corrado Passera. Ma la Regione anche sulla questione della riconversione della Ferriera ha dato qualche segno di vita nelle ultime settimane solo perché stiamo entrando in campagna elettorale. Prima per anni assenza assoluta di iniziative e di proposte. Ma io ritengo che il sondaggio sia stato molto utile - prosegue il deputato Pd - perché ha dimostrato che le linee lungo le quali si sta muovendo il sindaco Cosolini su questioni base quali Porto Vecchio, rigassificatore, Ferriera corrispondono alle idee della grande maggioranza dei triestini. E lo dimostrano anche i quesiti strettamente politici: la politica deve fare di più ma se c’è un partito che è in grado di fare più degli altri, questo è il Pd.» «Facile essere in vantaggio, come lo è oggi il centrosinistra - ribatte Piero Camber - quando non c’è una vera e propria alternativa. Vedremo quando ci sarà l’anti-Cosolini se il responso sarà lo stesso.»

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