In piazza contro il premier. Sfilano in 10 mila a Lubiana
LUBIANA La protesta delle biciclette contro il governo Janša a Lubiana non si ferma e per la ventesima settimana consecutiva invade le strade della capitale della Slovenia per poi raccogliersi in piazza della Repubblica. Erano in 10 mila (4 mila per la polizia) come la settimana scorsa e come due settimane or sono...
Insomma c’è una società civile della Slovenia che contesta apertamente il premier e la sua linea di governo di destra e populista.
I manifestanti hanno puntato il dito contro alcuni cambiamenti nell’amministrazione della macchina dello Stato come la nomina del nuovo direttore dell'amministrazione finanziaria, i cambiamenti nella polizia, all'Ufficio investigativo nazionale.
«Oggi 10.000 di noi si riuniranno in un grande cerchio per le strade di Lubiana! Il Paese è nostro, le strade sono nostre, la piazza è nostra, questo governo cadrà!» hanno scritto prima dell'evento. Anche stavolta tra le richieste più gettonate le dimissioni del premier Janez Janša e dell’intero governo. Sugli striscioni portati in corteo si leggeva "Giù il governo", "Elezioni anticipate», «Principe delle tenebre il sole sta sorgendo».
Sono sfilate persone di tutte le età, molte delle quali indossavano mascherine protettive, hanno affermato che la rivolta e la pressione sul governo non sono state vane e che avrebbero persistito fino alle dimissioni. Accompagnati dalla polizia in assetto anti-sommossa, che sorvegliava il caravanserraglio ciclistico, hanno fischiato lungo Čopova ulica fino a Slovenska cesta e davanti al Dramma di Lubiana hanno intonato Bella ciao!
Gli agenti che hanno scortato i cortei ha poi circondato la massa in piazza della Repubblica proteggendo il palazzo del Parlamento. Polizia che ha riscontrato una violazione della legge sulle riunioni pubbliche e una violazione della legge sulla protezione dell'ordine pubblico a riprova del carattere tranquillo e pacifista della protesta.
Uno dei leader non ufficiali delle proteste, Jaša Jenull, si è fatto avanti sull’improvvisato palco. «Il messaggio generale è solo uno: il governo deve dimettersi! Vogliono spendere 780 milioni di euro per i carri armati, mentre il governo produce 150.000 euro di un nuovo deficit di bilancio ogni ora», ha detto. «Siamo in strada da 20 venerdì, ma il governo non si è ancora dimesso - ha proseguito - è una cosa sensata da fare?! Lo è! Perché siamo la voce della ribellione» e ha aggiunto che le proteste costringono il governo a mosse sempre più assurde.
«Tutta la Slovenia sta gridando di no a questo governo - ha aggiunto - avvertiamo che volevano mettere gli anziani a soffrire nei container, avvertiamo dei tentativi di distruzione della natura, difendiamo la libertà dei media da 20 venerdì. La legge su Rtv Slovenia (in discussione in Parlamento ndr.) non sarà adottata, non lo permetteremo!», ha concluso Jenull.
E alla fine lo slogan degli slogan: «Morte al Janscismo, libertà al popolo». —
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