In “libertà vigilata” i ragazzi prigionieri dei ricreatori
Bisognerà ingaggiare forse l'ispettore Clouseau della Pantera rosa, con tanto di musichetta in sottofondo stile thriller misto jazz, o almeno utilizzare GoogleMaps, per scoprire nei minimi dettagli quale sarà il percorso che i minorenni seguiranno dal ricreatorio fino al proprio e unico domicilio. Sì perchè, stando a quanto denunciato dai sindacati, i ragazzini saranno autorizzati ad uscire da soli dalle strutture comunali solo a patto che si incamminino subito verso casa. E lo facciano seguendo un percordo ben preciso, preventivamente definito dalle famiglie.
Una soluzione, quella contenuta nella bozza di provvedimento preparata dalla direttrice dei Servizi educativi integrati del Comune, Manuela Salvadei, che l’Usb definisce senza mezzi termini “kafkiana”. Da quanto accertato dal sindacato, infatti, i ragazzi dalla prima media potranno uscire autonomamente, ma «solo previa sottoscrizione di un patto educativo servizio- famiglia - scrive il sindacato in una nota - dove quest'ultima dovrà richiedere l'uscita del minore indicando un solo domicilio da raggiungere ed elencando con dovizia di dettagli tutte le vie da percorrere nel percorso struttura- domicilio». La seconda caratteristica della a bozza che turba l'Usb è inoltre che «gli operatori sono chiamati a verificare personalmente il percorso struttura- domicilio prima di accordare il permesso di uscita. Inoltre sono tutti tenuti a sottoscrivere individualmente l'autorizzazione all'uscita». «Prepariamoci dunque - si legge in una nota dell’Usb -: torme di genitori ed educatori si riverseranno sulle strade cittadine armati di GoogleMaps per verificare i percorsi ricreatori- casa di centinaia e centinaia di preadolescenti ed adolescenti».
La notizia di un patto educativo era già nell'aria da giugno, quando Salvadei aveva annunciato che l'estate sarebbe stata utile per discutere con genitori e operatori di un patto educativo che avrebbe regolamentato le uscite, dopo che la stessa dirigente era stata sollecitata a sospendere una disposizione che prevedeva gradualmente il “prelievo” obbligatorio nelle strutture educative comunali di tutti i minori da parte di un maggiorenne. Ora la bozza è arrivata per i ragazzi a partire dalla prima media. «Il problema non è il patto di per sé, ma le modalità con cui si esplica - commenta Maria Pellizzari dell'Usb -. Già la questione dell'unico domicilio è un problema. Verificare il percorso e farlo firmare da tutta l'équipe è una cosa che implica una serie di complicazioni che lo rendono impraticabile, da cui il rischio di un allontanamento dei ragazzi o comunque di un'effettiva incapacità di accoglierli». Il problema dell'unico domicilio infatti viene visto dall'Usb come una limitazione per chi per esempio ha i genitori separati. Insomma ancora una volta secondo il sindacato si è in balia di una disposizione che produrrà uno «svuotamento» dei ricreatori». Nella bozza si parla anche della fascia dai sei agli 11 anni che, a differenza di prima, non potranno più uscire da soli grazie a un eventuale permesso dei genitori, «salvo alcune eccezioni - spiega Pellizzari - per cui potranno uscire solo se frequentano già la quinta elementare e secondo una valutazione del percorso accurata, oppure se di età più bassa, solo se c'è un patto educativo già sottoscritto dalla scuola di riferimento».
La notizia non è ancora arrivata ai genitori. «Penso comunque che ci arriverà a breve - ipotizza Morena Ogrizovich Mercusa, rappresentante dei genitori del ricreatorio Ricceri -, perché a metà giugno, quando abbiamo fatto l'ultima riunione con la dirigente, ci è stato detto che avremmo potuto visionarla e discuterne. Rispetto all’ipotesi iniziale, che azzerava completamente la libertà di ragazzi e famiglie, quest’ultima soluzione rappresenta una sorta di compromesso. Dopo, magari si potrà rivedere». E se tutto tornasse invece come prima? «Certo, a noi andrebbe ancora meglio, perché ognuno si gestirebbe il proprio tempo pomeridiano».
Da parte sua l’assessore all’Educazione, Angela Brandi, taglia corto: «Si tratta solo di una bozza della dirigente, ma è ancora da valutare, va modificata in base alle esigenze. Per ora la mia indicazione è di semplificarla al massimo. Sicuramente non sarà ciascun educatore a dover firmare il patto, bensì un collegio unico - spiega -. Mi riservo comunque di sentire i sindacati. Il concetto generale è che i bambini devono uscire accompagnati, mentre gli adolescenti avranno un patto educativo per cui non occorrerà che vengano accompagnati dai genitori, ma il collegio degli educatori valuterà il minore che potrà uscire da solo con assenso dei genitori. Altre modifiche che apporteremo riguarderanno la valenza del patto che sarà per tutti i ricreatori, se il ragazzo ne frequenta più di uno, per evitare ogni volta un patto diverso».
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