In Istria il primo monumento a una foiba
PISINO. Il piccolo comune centroistriano di Pedena è la prima autonomia locale nella penisola ad aver eretto un monumento su una foiba nelle quali dopo la Seconda guerra mondiale finivano le vittime del terrore comunista.. Il monumento consiste in un semplice perimetro rettangolare in calcestruzzo che delimita quella che un tempo era in effetti era la bocca di un pozzo carbonifero, nel quale veniva buttato chi non era in linea con l’ideologia titina dell’epoca.
All’interno è stata collocata una lastra in pietra con la scritta in croato «A ricordo di tutte le vittime, riposino in pace».
Ne da notizia il portale istriano Istarski.hr, precisato che il monumento è stato benedetto dal parroco Antun Kurelović.
«Sono ormai 3-4 anni che la gente portava in questo posto ceri e fiori per onorare il ricordo dei loro cari finiti nella foiba - racconta il parroco - per cui è stato ritenuto opportuno conferirgli una forma di legittimazione o ufficialità».
Dopo la benedizione don Anton Kurelović ha raccontato un aneddoto relativo a un'altra foiba sullo stesso territorio, quella di Cerovizze nel borgo di Jurani.
«Uno dei poveretti buttati in foiba, era riuscito ad aggrapparsi in qualche modo a una pietra sporgente e poi in qualche modo era riuscito a risalire e a uscire all’aria aperta. Raccogliendo le poche forze rimaste - ha ricordato il parroco - aveva raggiunto le case più vicine cercando un po’ di cibo».
«Nessuno aveva fatto la spia - ha proseguito don Kurelović - però la notizia che era riuscito a salvarsi era arrivata agli orecchi degli assassini che lo catturarono nuovamente ributtandolo nella foiba. Questa volta senza dargli la possibilità di scampo».
Viene dato per scontato che la mossa del Comune di Pedena avrà un seguito, cioè ci saranno richieste per erigere monumenti anche presso le altre foibe nella regione.
Importante sottolineare che con l’inaugurazione del monumento a Pedena, la politica in Istria per la prima volta ha pubblicamente ammesso dei fatti storici del resto inconfutabili, cioè che i crimini delle foibe sono esistiti.
C’é da credere che il monumento sarà oggetto di confronto politico in Istria. E il tema si ricollega indissolubilmente al dibattito che tocca da vicino anche la Comunità nazionale italiana, sul ruolo di Tito nell’esodo degli Italiani dall’Istria e dal Quarnero durante la nascita della Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia.
Un dibattito che regolarmente si impone sulla scena in occasione della strage sulla spiaggia di Vergarolla del 18 agosto 1946 che costrinse migliaia di italiani a lasciare Pola. —
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