In giro durante l’orario di lavoro, usciere del Comune denunciato: falso e truffa aggravata le accuse
L’addetto alla portineria, 58 anni, era stato pedinato per due mesi dagli investigatori della polizia locale
TRIESTE. Un altro caso di assenteismo nella pubblica amministrazione. Dopo la clamorosa indagine sul portinaio dell'Università, che timbrava il cartellino e poi andava via dal posto di lavoro per quasi tutta la giornata, la Procura di Trieste ora si è concentrata sul Municipio. E lo ha fatto su precisa segnalazione, come peraltro avvenuto per il dipendente dell'ateneo.
Sotto inchiesta stavolta è finito un usciere del Comune: ha 58 anni ed è triestino. B.E., queste le sue iniziali, è stato controllato per settimane dalla polizia locale. Gli agenti hanno scoperto che l'uomo si assentava spesso e per troppo tempo. Cosa faceva? Gli affari suoi, in buona sostanza. In pieno orario di lavoro.
Sono stati i responsabili comunali a innescare l'indagine: i capi ufficio avevano iniziato a nutrire qualche dubbio sulle uscite del dipendente; uscite in realtà motivate da ragioni di servizio, ma che poi si protraevano molto.
La Procura, messa subito al corrente, aveva incaricato la polizia locale di attivarsi con gli accertamenti e a raccogliere elementi utili per capire la liceità di queste assenze. «Nell'arco di circa due mesi – si legge in un comunicato stampa ufficiale diramato ieri pomeriggio dal Comune – gli operatori constatavano che a volte l'allontanamento dal posto di lavoro, benché giustificato da causa di servizio, subiva deviazioni per interessi personali».
Il dipendente si fermava in libreria e in drogheria, oppure si intratteneva al bar con gli amici. Talvolta, invece, approfittava per prenotare le visite mediche. In altre occasioni, come hanno potuto constatare gli investigatori, l'uscita era del tutto ingiustificata e serviva solo per le incombenze private, senza qualunque ragione professionale.
L'ultimo episodio si è verificato lunedì scorso. «Dopo l'ennesima uscita ingiustificata per acquisti in un negozio – chiarisce ancora il comunicato del Comune – l'addetto è stato fermato dal personale del Nucleo di polizia giudiziaria. Del fatto sono state informati subito i suoi superiori nonché veniva acquisita presso gli uffici comunali la documentazione inerente tutte le sue uscite».
La posizione dell'addetto è al vaglio della magistratura e del competente ufficio comunale. Il titolare del fascicolo di inchiesta è il pubblico ministero Maddalena Chergia. Il cinquantottenne è stato denunciato. Dovrà ora rispondere di truffa aggravata ai danni dell'ente e di falso. «L'amministrazione comunale è sana, questa è un'eccezione», spiega l'assessore al Personale Michele Lobianco. «In una comunità di 2.345 dipendenti ovviamente c'è anche chi sbaglia. Questa persona verrà perseguita per legge e, se responsabile, punita. Naturalmente – aggiunge l'assessore della giunta Dipiazza – bisognerà prima chiarire fino in fondo ciò che viene contestato dalla Procura. Comunque, certo, la posizione dell'amministrazione sarà severa a riguardo».
L'indagine della polizia locale è molto simile a quella condotta nei mesi scorsi dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura a carico del portinaio universitario, in servizio presso l'edificio “M” di piazzale Europa.Il dipendente, inquisito dal pm Federico Frezza, aveva collezionato molte ore d'assenza. Anche perché talvolta stava via per l'intera giornata. I militari dell'Arma, su mandato del pubblico ministero, avevano anche installato una telecamera sulla porta di ingresso dell'abitazione dell'addetto e un Gps sulla sua auto. Un modo per registrare e seguire con precisione gli spostamenti quotidiani. — Frezza, aveva collezionato molte ore d'assenza. Anche perché talvolta stava via per l'intera giornata. I militari dell'Arma, su mandato del pubblico ministero, avevano anche installato una telecamera sulla porta di ingresso dell'abitazione dell'addetto e un Gps sulla sua auto. Un modo per registrare e seguire con precisione gli spostamenti quotidiani. —
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