In gennaio spuntano già le prime primule

Ci vuole un occhio attento, ma già diverse persone le hanno scorte. Lungo la parte superiore del Boschetto, non lontane dal Cacciatore, sono spuntate da qualche giorno alcune piantine selvatiche di primula; fiori che solitamente fanno capolino sul finire di marzo o all’inizio di aprile, quando l’equinozio di Primavera è già trascorso. E nel parco di Villa Giulia i cespugli di asparago selvatico sono verdi quasi i germogli fossero già pronti a rizzare il capo tra le spine. Sono segni facilmente osservabili di un inverno sinora non pervenuto, caratterizzato da temperature miti e da discrete precipitazioni. Caratteristiche utili a destare dal breve “letargo” piante e alberi.
Non sono pochi, tra l’altro, i mandorli sui cui rami sono già spuntati i teneri fiori bianchi. E in alcuni giardini privati gli alberi di mimosa sembrano prossimi a esprimersi con le proprie particolari e splendide fioriture; ma l’8 marzo, quando per la Festa della Donna signore e signorine ricevono in dono i tradizionali rametti gialli, è ancora lontano. «E’ una stagione decisamente anomala – spiega Nicola Bressi, direttore dei Civici Musei Scientifici e naturalista – se pensiamo che nell’area del Bosco Farneto sinora la temperatura non è mai scesa sotto lo zero. L’osservazione vale per tutta il territorio circostante il centro cittadino, mentre qualche gelata si è verificata solo lungo l’Altipiano Carsico. Accanto alle fioriture citate, vi sono diverse piante, in particolare quelle di campo o bordura, la cui parte sommitale appare viva e vegeta. Solitamente d’inverno questa viene bruciata dal freddo per poi rigenerarsi in primavera. Oggi invece malve e trifogli appaiono verdi, e sono diverse le rose che non hanno perso la foglia, mentre primule e bucaneve stanno iniziando a spuntare».
Secondo Bressi, le fioriture precoci non sono dovute soltanto alle alte temperature, ma all’estensione delle ore di luce durante il giorno. Dopo il solstizio invernale, caduto il 21 dicembre, le giornate stanno lentamente allungandosi: per piante e animali, assieme al clima favorevole, sono i segni utili a uscire dal sonno e a organizzarsi nella percepita ma non ancora giunta primavera. Accanto a verde e fioriture, escursionisti e naturalisti hanno colto segnali di risveglio pure negli specchi lacustri. Rane e tritoni già nuotano negli stagni delle Noghere e di Rio Ospo. Che succederà se questi primi timidi segni di risveglio verranno sorpresi dall’improvviso arrivo del freddo? “E’chiaro che i primi germogli spuntati patiranno – risponde Bressi – ma ben maggiori saranno i danni se questo clima dovesse perdurare e il gelo dovesse farsi vivo solo verso la fine di febbraio o ai primi di marzo. In quel caso l’impulso vegetativo sarebbe generalizzato, e il brusco abbassamento delle temperature causerebbe dei danni rilevanti alla vegetazione ormai in piena attività”.
Maurizio Lozei
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