In Fvg vietati il cibo per strada e gli allenamenti degli sport di squadra. Ed è rischio zona rossa da venerdì TUTTE LE NUOVE REGOLE

TRIESTE Qualche ulteriore divieto, qualche raccomandazione. Ma, comunque, un timore: vedere il Friuli Venezia Giulia diventare zona rossa venerdì prossimo, il giorno del monitoraggio romano. Massimiliano Fedriga e il vice Riccardo Riccardi anticipano in mattinata i contenuti di un’ordinanza firmata poi nel pomeriggio e in vigore da oggi al 3 dicembre, la numero 43 di questi lunghi mesi di convivenza con il coronavirus.

In un trend di rialzo del contagio, pur con le misure da zona arancione imposte da Roma, il documento contiene da un lato obblighi o raccomandazioni anti-assembramento per tutta la regione, dall’altro avvia i tamponi a tappeto su base volontaria in sei piccoli comuni che hanno mostrato un elevato indice di contagio in relazione alla popolazione.
Nel profilo generale dell’ordinanza, si decide perciò di inserire «interventi chirurgici» mirati a ridurre i fattori di rischio aggregazione. Di qui il divieto di consumo di cibi e bevande non solo all’esterno dei locali che si sono organizzati con la vendita per asporto, ma anche in altre aree pubbliche o aperte al pubblico. Troppo spesso, è la considerazione del presidente della Regione, si sono visti in quei contesti persone che, mascherina abbassata, hanno continuato comunque a incontrarsi, a interloquire, ad assembrarsi.

Le raccomandazioni
A seguire ci sono pure le «forti raccomandazioni», così si legge nel testo dell’ordinanza, ritenute utili per le situazioni in cui non è possibile per le istituzioni mettere in atto un controllo, e non resta che appellarsi al buon senso della gente. Ed ecco la sollecitazione a utilizzare il Tpl «se non per necessità altrimenti non espletabili», a non recarsi nelle altre abitazioni di nuclei familiari diversi dal proprio, anche in questo caso se non quando strettamente necessario, a evitare luoghi affollati, a incrementare lo smart working per decongestionare gli uffici.
Lo sport
L’ultimo passaggio, ed è un divieto, riguarda lo sport. Vengono sospese le attività sportive di contatto all’aperto, le uniche che rimanevano consentite, esclusi gli eventi e le competizioni di interesse nazionale. Resta permesso, comunque, passeggiare, correre e anche giocare a tennis (ma solo se tesserati Fit) o praticare l’atletica, sempre all’aperto, in quanto non sport di contatto.
I test nei comuni a rischio
Nell’attesa la richiesta è di collaborazione. Anche ai comuni chiamati a uno screening via tampone antigenico. Si tratta di Dolegna in provincia di Gorizia, Paularo, Socchieve e Sutrio nel territorio udinese, Claut e Castelnovo nel Pordenonese. Un’operazione modello Alto Adige, allo scopo di individuare infezioni e nuovi positivi, a partire dagli “invisibili” asintomatici. Si parte già domani, con in campo la direzione centrale Salute, la Protezione civile, i dipartimenti delle Aziende sanitarie e le amministrazioni locali. Si tratterà del primo atto di tamponi di massa ogni qual volta si renderà necessario contenere le impennate del virus.
Fedriga parla già di Cimolais e Andreis in Valcellina, per contiguità territoriale, e aggiunge: «La nostra idea è di estendere uno screening che non ha fini epidemiologici, ma serve a isolare i positivi, in particolare dalle fasce più fragili, e ad alleggerire la pressione sulle strutture sanitarie». Sarà la direzione centrale a individuare di volta in volta i comuni. Attenzione, come in Veneto, pure ai test fai da te. «Sempre che funzionino», avverte il governatore.
L'interpretazione della Fipe
E oggi, martedì 27 novembre, all'indomani della conferenza stampa con cui Fedriga ha presentato l'ordinanza affermando specificatamente che non si può mangiare e bere all’aperto, la Federazione degli esercenti di Trieste (Fipe) ha fornito la sua interpretazione in merito.
"L'interpretazione che noi abbiamo fornito ai soci - scrive in una nota la presidente della Fipe Trieste, Federica Suban - indica che l'ordinanza regionale non vieta il consumo di cibi e bevande sulla pubblica via, bensì la consumazione in forma statica su suolo pubblico creando assembramenti. Ovviamente, resta vietato consumare cibi e bevande nei dehors dei pubblici esercizi o in prossimità. Insomma, per noi l'ordinanza consente di prendere il caffè per asporto e berlo camminando, importante è che non si formino assembramenti e che non ci si fermi a sorseggiarlo fuori dal locale. Per avere riscontro sulla nostra interpretazione, abbiamo avanzato alla Regione la richiesta di inserire un quesito esplicito in una prossima Faq".
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