In Fvg un’impresa su quattro chiede un fido
TRIESTE. Più che calare, crolla, anzi sprofonda, la fiducia degli imprenditori del terziario sull'andamento dell'economia e sul futuro della propria azienda. È l'unica, la fiducia, a diminuire nel terzo trimestre dell'anno, mentre al contrario aumenta tutto ciò che di più negativo e disastroso esiste per la nostra economia: disoccupazione, ritardo nei pagamenti, pressione fiscale, burocrazia. È il quadro allarmante che emerge dall'Osservatorio trimestrale sull’andamento delle imprese del terziario del Fvg, realizzato da Confcommercio in collaborazione con Format research. L'indagine, illustrata ieri, registra i giudizi, gli umori e le prospettive degli imprenditori.
La crisi
L’analisi fotografa il periodo estivo, il terzo trimestre del 2012, che, per dirla con le parole di Alberto Marchiori, vicepresidente di Confcommercio Fvg e presidente di Confcommercio Pordenone, è stato un vero e proprio disastro. «La ripresa? Al momento la vede solo Monti. Ma nelle sue tasche, non di certo nell'economia reale - ha commentato ironico -. Di fatto il terziario in Fvg è a terra e i dati parlano di un peggioramento drastico. Serve un cambio di passo totale: tra tasse, contributi e costi della burocrazia la pressione fiscale sulle imprese ormai schizza all'80%. E il governo non fa nulla. Vedremo la ripresa solo quando cambierà completamente la nostra classe politica».
Occupazione
Insomma, la crisi è tutt'altro che un ricordo e, anzi, sembra aver messo il turbo. Uno dei dati più significativi riguarda l'andamento dell'occupazione che, come spiegato dal responsabile dell'indagine, Pierluigi Ascani, è peggiorato: il saldo è pari a -9,3, contro il precedente -5,7 (il saldo è restituito dalla differenza tra la percentuale degli imprenditori che hanno espresso un valore positivo e la percentuale di coloro che hanno riferito un valore negativo. La domanda posta era: “nel trimestre considerato, il numero degli addetti nella sua impresa è aumentato, diminuito o rimasto stabile rispetto al trimestre precedente?”). Male anche la previsione per i mesi di ottobre, novembre e dicembre: è pari a -7,9, contro il precedente -3,3. Dato allarmante, specie se si pensa che il settore del commercio è solitamente caratterizzato da rapporti di lavoro stabili e in cui i lavoratori sono difficili da ricollocare.
Ritardi nei pagamenti
Altra nota dolente. Nel terzo trimestre 2012 il ritardo nei pagamenti da parte dei clienti delle imprese del terziario in Fvg è aumentato significativamente. Il saldo è pari a 50,8, contro il precedente 43,4. Una situazione complessiva dalle tinte così fosche che la fiducia degli imprenditori nell'economia non può che essere diminuita (è a -60,9, contro il -45,6 del trimestre precedente), così come quella sulla propria azienda (-34,3 contro -33,7).
Credito
Nero anche il quadro sul fronte del credito. Il saldo congiunturale sulla capacità delle imprese di far fronte ai propri impegni finanziari è risultato pari a -21,6 contro il precedente -10,2. Particolarmente critica la situazione a Trieste e Gorizia. È poi aumentata leggermente la percentuale delle aziende che, tra luglio e settembre, si sono rivolte alle banche per chiedere un fido: lo ha fatto una su quattro (il 24,1%, prima erano il 21,5%).
Ricavi e prezzi
Non peggiorano, pur rimanendo negativi, i dati sull'andamento dei ricavi (il saldo è a -30,8 contro il precedete -34,6) e sui prezzi praticati dai fornitori (saldo a 31,7 contro il precedente 32,2).
Le criticità
A pagare il prezzo più alto della crisi, secondo Pierluigi Ascani, è il comparto del turismo: il 39,3% delle strutture alberghiera ha rilevato una diminuzione delle presenze in estate rispetto all'estate 2011. «Ma per la prima volta - ha aggiunto Ascani - segnali negativi arrivano anche dalla grande distribuzione che fino a oggi, a differenza del commercio al dettaglio, era riuscita a contenere gli effetti della crisi».
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