In Fvg tornano i volontari per la sicurezza. E c’è il via libera ai controlli di vicinato
TRIESTE La giunta Fedriga riporta in vita i volontari della sicurezza. Sono passati più di tre anni dall’abolizione dei gruppi autorganizzati per il controllo del territorio e dalle polemiche che nel 2017 contrapposero l’allora presidente Debora Serracchiani al vicesindaco di Trieste Pierpaolo Roberti. L’esponente della Lega è diventato nel frattempo assessore regionale alla Sicurezza e si prende la rivincita col disegno di legge approvato ieri dalla Quinta commissione e destinato ad approdare a marzo in Consiglio. Roberti ritorna ai volontari armati di pettorine, in un ddl che incoraggia inoltre la costituzione di gruppi social per il cosiddetto controllo di vicinato e stabilizza definitivamente la figura degli steward urbani, ovvero le guardie giurate pagate da Regione e Comuni per affiancarsi alla Polizia locale nella presenza sul territorio.
Roberti la chiama «sicurezza integrata», fatta da polizia municipale, steward e cittadini. La novità principale del testo è la marcia indietro sui volontari per la sicurezza, che nel 2017 furono ridotti ai soli “nonni paletta” dalla giunta di centrosinistra, in risposta alla decisione del Comune di Trieste e di Roberti di attingere ai fondi regionali per addestrare un’ottantina di volontari.
Si tratta di un cavallo di battaglia del Carroccio, che nella legge regionale prevede ora «l’impiego delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni, ivi comprese le associazioni d’arma e delle forze dell’ordine, sotto la vigilanza del responsabile della polizia locale», che stabilisce compiti e luoghi di esercizio. Roberti spiega che i volontari «avranno forme di finanziamento regionale per l’acquisto di pettorine e simboli di riconoscimento»: qualche decina di migliaia di euro. L’intenzione è impiegare questi gruppi organizzati per «assicurare una presenza attiva sul territorio finalizzata a fornire assistenza alla cittadinanza anche in occasione di eventi civili, religiosi e ludico sportivi». Un prossimo regolamento stabilirà dotazioni (a cominciare dalle pettorine di riconoscimento) e corsi di formazione, istituendo un elenco regionale dei volontari abilitati. Il tempo dirà se si tratta di un provvedimento bandiera: i volontari furono previsti nel 2009 dalla legge Seganti, ai tempi del dibattito sulle “ronde padane”, ma il fenomeno non ha mai preso piede. A inizio legislatura Roberti spiegava che «volontari si sono autorganizzati fuori dalla legge regionale e noi preferiamo avere maggiore coordinamento». Il ddl cancella invece la nozione di “vigile di quartiere”, anche questa fortemente voluta a suo tempo dai leghisti.
L’altra novità è simbolica. Premettendo che la lotta alla criminalità spetta esclusivamente alle Forze di polizia, la legge Roberti sottolinea che, per quanto riguarda «i reati predatori e le criticità urbane», l’attività di prevenzione può giovarsi della collaborazione informativa dei cittadini. La norma riconosce «la funzione sociale delle forme di cittadinanza attiva e, in particolare, del controllo di vicinato, come strumenti finalizzati al miglioramento del senso civico, della solidarietà collettiva, e dell’attività di prevenzione delle criticità territoriali». La giunta incoraggia insomma l’attività dei gruppi Facebook e Whatsapp in cui i cittadini segnalano la presenza di presunte irregolarità o presenze sospette nel quartiere. «Il fenomeno esiste – dice Roberti – e la legge ne riconosce l’esistenza e il valore morale. È l’evoluzione social della vicina di casa che ti avvisa se sente un rumore quando non ci sei».
La norma incassa gli attacchi delle opposizioni. Per il dem Franco Iacop, «non si capiscono i requisiti per l’ammissione dei volontari. E sul controllo di vicinato, quali sono le funzioni previste?». Secondo il M5s Mauro Capozzella, «il ddl sembra scritto da uno sceneggiatore di film polizieschi. Tutti i cittadini potranno sentirsi liberi di diventare ausiliari della sicurezza, in servizio effettivo permanente. La Lega, per appetito propagandistico, trasforma il Fvg in un’Arancia meccanica dai risvolti imprevedibili». Tiziano Centis (Cittadini) si dice d’accordo sui volontari per la sicurezza composti da ex forze dell’ordine ma boccia il controllo di vicinato, che «ci mette nelle mani degli sceriffi di quartiere». Il leghista Antonio Calligaris difende il provvedimento: «Possono fare paura i nostri ex poliziotti ed ex alpini?» . —
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