In Fvg sfuma l’assunzione per un prof su tre

Immissione in ruolo per 571 precari a fronte degli 825 attesi. La Cisl va all’attacco: «Scelte frettolose e ingiuste»
Lezione a scuola in una foto di archivio
Lezione a scuola in una foto di archivio

TRIESTE. Le assunzioni in ruolo di docenti del Friuli Venezia Giulia sono inferiori al previsto, e non di poco. Le diffonde la Cisl Fvg nel contesto di un duro attacco a un piano nazionale giudicato «frettoloso, sbagliato, incompleto, ingiusto». Al termine delle prime due fasi dell’operazione - la 0 e la a) -, fa sapere il segretario Donato Lamorte, va in fumo quasi un posto su tre di quelli che erano stati definiti dal Miur per i lavoratori della scuola in regione.

Le cifre A trovare un’occupazione fissa sono 571 docenti: 81 in provincia di Trieste, 59 nell’Isontino, 16 negli istituti con lingua slovena, 308 nell’Udinese e 107 nel Pordenonese. Si tratta di posti comuni (413) e di sostegno (158) divisi tra scuola dell’infanzia (110), primaria (269), secondaria di primo grado (75) e di secondo grado (117).

Graduatorie corte La tabella ministeriale, come da informazioni fornite a inizio agosto, parlava però di 825 immissioni in ruolo. Un numero solo sulla carta, avvertiva peraltro Debora Serracchiani al termine di un incontro con il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Pietro Biasiol. «A causa delle nostre graduatorie corte riusciremo a coprire circa 600 posti», chiariva la presidente.

Lotteria nazionale Ci si è invece fermati un po’ più sotto, a quota 571, con 254 posti (il 30,8% del totale) - non reperibili sul territorio regionale appunto a causa dell’esaurimento delle classi di concorso - restituiti alle fasi nazionali b) e c), quelle che Lamorte definisce la «lotteria nazionale». Una corsa che finirà con 254 insegnanti da fuori regione a occupare posti di ruolo nella scuola Fvg.

La polemica Un quadro dunque inferiore alle promesse e alle conseguenti attese degli aspiranti Fvg, rimarca la Cisl. «Finita la propaganda - riassume Lamorte -, ora si può vedere la realtà dei fatti: passato il temporale, verrebbe da dire, si evidenziano i danni». Il primo effetto è che «continueremo ad avere bisogno di assumere supplenti». Una perdurante instabilità che il nuovo corso deciso dal governo con l’insegna della “buona scuola” non ha stroncato affatto, insiste il sindacato. «Dei circa 2.300 precari presenti nella GaE, Graduatorie ad esaurimento del Friuli Venezia Giulia - rende noto ancora il segretario della Cisl Scuola –, solo 980 hanno scelto di presentare domanda per le fasi nazionali b) e c)».

Scuola, assunto solo un prof precario su quattro
"Prof" in classe

Il precariato Lamorte respinge seccamente la tesi di insegnanti che pretendono il posto di lavoro sotto casa: «Come si può sostenerlo quando sono abituati a cercare il lavoro là dove esistono opportunità di impiego? Come ignorare impedimenti familiari facilmente immaginabili? Come poter accettare un ruolo fino a 700 o più chilometri da casa dopo dieci o quindici anni di precariato nelle nostre province?». La mobilità forzata, prosegue il segretario, «è solo una delle conseguenze di un piano di scarsa razionalità e con evidenti profili di ingiustizia, fondato sulla spasmodica ricerca di clamorosi effetti mediatici, non sulle reali esigenze della scuola».

Personale Ata Né va meglio, tutt’altro, al personale Ata, vale a dire personale tecnico e amministrativo. In attesa della mobilità dei dipendenti delle Province in via di chiusura, non sono previste immissioni in ruolo e nemmeno contratti annuali. «Il Miur, sordo come un mulo – si legge ancora nella nota della Cisl –, ha proseguito nel suo intento, come se gli Ata, che da anni aspettano la stabilizzazione prevista pure dalla Corte di giustizia europea, non esistessero».

Taglio organici «Risposte insufficienti», dichiarano infine le segreterie regionali di Flc-Cgil e Cisl scuola dopo un incontro ieri in Prefettura a Trieste con i vertici dell’Ufficio scolastico regionale, su un altro fronte, quello degli organici di fatto. Secondo il sindacato, la distribuzione di 55 posti di personale docente restituiti dal ministero dopo il taglio di 72 unità in sede di definizione per l’anno 2015-16, «ha sommato errore a errore, con riduzioni più pesanti nei territori, Udine e Pordenone, dove il numero di iscritti è maggiormente aumentato».

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