In Fvg rallentano ancora i contagi: 1.501 (+21), 9 i decessi. Riccardi: "In Fvg picco nella prima metà di aprile".

TRIESTE - Sono 1.501 i casi accertati positivi al Coronavirus in Friuli Venezia Giulia, con un incremento di 21 unità rispetto a ieri. I guariti in totale sono 102, mentre i clinicamente guariti (persone senza più sintomi ma non ancora negativi al tampone) sono 183.
Per quanto riguarda i decessi, sono 9 quelli in più rispetto alla comunicazione di ieri, che portano a 107 il numero complessivo di morti da Covid-19. Il dato più alto è quello registrato nell'area di Trieste con 57 decessi, seguito da Udine 34, Pordenone 14 e Gorizia 2.
Lo ha comunicato il vicegovernatore con delega alla Salute e Protezione civile, Riccardo Riccardi, dalla sede operativa di Palmanova, evidenziando che l'ex provincia più colpita è quella di Udine con 524 casi, seguita da Trieste con 494, Pordenone con 383 e Gorizia con 91. A queste persone se ne aggiungono 9 non residenti in Friuli Venezia Giulia. Sono 60, una in meno di ieri, le persone che attualmente si trovano in terapia intensiva, mentre i pazienti ricoverati in altri reparti risultano essere 229. Infine coloro che si trovano in isolamento domiciliare sono 820.
Intanto lo stesso Riccardi ha relazionato sull'emergenza coronavirus in consiglio regionale, svoltosi per la prima volta per via telematica: "Entro la metà del mese di aprile - ha detto - il Friuli Venezia Giulia dovrebbe raggiungere il picco di maggior tensione legato all'emergenza Coronavirus".Riccardi ha spiegato che "la previsione di un'evoluzione della diffusione epidemiologica è basata sul modello scientifico che tiene conto dei tre indicatori principali sotto esame e costantemente monitorati: contagi, terapie intensive e decessi".
"A fronte di questa aspettativa è importante ribadire - ha proseguito Riccardi - che le rigorose misure di contenimento che il Friuli Venezia Giulia ha adottato tempestivamente, presentano un quadro regionale tra i migliori del Nord Italia con percentuali di contagio e di mortalità inferiori rispetto alle altre regioni".
Il vicegovernatore ha quindi ricordato che "il numero di contagi a oggi ha raggiunto le 1.500 unità grazie alle attività di contenimento avviate subito come la chiusura delle scuole e delle università. I 98 decessi presentano una media di anzianità di 83 anni e si tratta di casi sostanzialmente determinati dalla presenza di pluripatologie, aggravate dal virus. Sessantuno sono i pazienti in terapia intensiva, 236 i ricoveri ospedalieri, 84 i soggetti guariti definitivamente. Rilevante il dato dei tamponi effettuati, ben 13.400 che risulta decisamente superiore alla media nazionale se rapportato alla popolazione residente".
"Il tema di maggiore criticità che oggi ci preoccupa è quello delle forniture, a partire dai presidi di protezione individuale, come mascherine e camici, ma anche ventilatori e caschi per la terapia intensiva - ha detto Riccardi - poiché cresce il fabbisogno e diminuisce la reale disponibilità in dotazione a causa del difficile reperimento sul mercato oggi affidato alla gestione commissariale centrale. Iniziano a scarseggiare anche i già insufficienti dispositivi di protezione quali mascherine e camici e le attrezzature come caschi e ventilatori".
A fronte della richiesta di circa due milioni di mascherine chirurgiche, il Friuli Venezia Giulia ne ha ricevute 170mila, mentre dei 250 ventilatori richiesti su un fabbisogno immediato di cinquanta, per il momento ne sono arrivati solo quattro e "altra nota dolente - ha aggiunto Riccardi - sono i reagenti che consentono di effettuare i tamponi, in mancanza dei quali i nostri laboratori dovranno inevitabilmente rallentare il numero di test effettuati sulla popolazione".
I dati sul personale sanitario hanno completato il quadro fornito dal vicegovernatore: di fronte al fabbisogno di 350 nuove unità, si è provveduto all'assunzione di 111 persone, tra i quali 20 medici e 80 infermieri professionali.
«Stiamo valutando anche l'isolamento dei familiari dei positivi perché c'è un'alta percentuale di asintomatici che possono contagiare senza avere evidenza della propria condizione virologica». Lo ha detto oggi il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, in una informativa al Consiglio regionale. «La nostra Regione - ha ribadito Fedriga - ha sempre agito affinché fossero messe in atto misure contenitive forti perché allo stato attuale le uniche azioni di contrasto al virus sono quelle di carattere restrittivo, non esiste, oggi, alcuna evidenza scientifica sull'efficacia di altri strumenti».
Fedriga ha sottolineato l'efficacia di queste misure di contenimento, che «nella nostra regione hanno portato a dei risultati positivi con l'evidenza che queste abbiano funzionato», precisando che "siamo la Regione che al Nord, sia per contagi che per mortalità, ha la migliore situazione, e con una incidenza Covid-19 inferiore alla media nazionale".
Secondo Fedriga, ciò è dovuto anche a un altro aspetto, quello della »grande collaborazione dei cittadini che ci ha portato a risultati positivi per combattere l'emergenza". Ora, ha aggiunto il presidente Fvg, "l'obiettivo deve essere quello di ridurre il numero di contagiati dai positivi". Per Fedriga, "se riusciremo a farlo usciremo da questa situazione rispetto ad altra realtà".
Per questo, ha fatto sapere, "nella mia interlocuzione con il ministro della Salute Speranza ho cercato di vedere come mettere in campo ulteriori strumenti per ridurre i tempi emergenziali". Ciò, ha rimarcato Fedriga rivolgendosi all'Aula, "comporterà un riflesso sul piano economico". Il tessuto economico per il presidente Fvg, "al di fuori dell'aiuto immediato, può dare una risposta reale dal momento in cui riusciamo a fare ripartire il sistema produttivo del Paese e della regione".
Questo, "non può dipendere solo da noi«, ha proseguito Fedriga, ma »dipenderà dalle misure che prenderanno altri". "Impossibile - ha concluso - fare previsioni. Bisogna essere molto cauti"
"Noi siamo una delle regioni che ha fatto più tamponi rispetto al numero della popolazione, ma voler fare i tamponi a tutti è impossibile. Oltre ad essere non fattibile per mancanza di strumentazione da parte delle aziende che li producono, perché c'è anche una forte esigenza mondiale, il tampone in sé ha una affidabilità che va dal 65 all'80%, e questo vuol dire che 1 su cinque può risultare positivo quando magari non lo è». ha aggiunto poi Fedriga
«Il rischio quindi dei tamponi a tutti - ha aggiunto Fedriga - è quello di creare dei falsi negativi e dare false certezze alle persone. Tenendo sempre presente che il tampone è allo stato attuale lo strumento più efficace in opera».
Dall'altra parte, ha ricordato il presidente Fvg, «ci sono anche i test veloci che noi stiamo valutando, ma allo stato attuale la loro affidabilità è pressoché nulla: lo stesso Istituto superiore di Sanità ha fatto un intervento su 29 pazienti della Lombardia risultati positivi al tampone normale, con il test veloce utilizzato il risultato è stato di 5 positivi su 29. Quindi, ha concluso Fedriga, "non mi sembra il caso di cominciare a fare politiche di test veloci che non garantirebbero una reale certificazione della positività".
All'inizio della seduta d'aula, il presidente del Consiglio del Fvg, Piero Mauro Zanin, aveva fatto osservare un minuto di silenzio in segno di lutto «verso le tante vittime della Covid-19 e di rispetto per le loro famiglie, che in tantissime non hanno potuto neppure dare l'ultimo addio al proprio caro, nonché di vicinanza verso tutti quegli operatori sanitari che non si stanno risparmiando, letteralmente a costo della loro stessa vita, per tutti noi».
Zanin ha proposto nei giorni scorsi di inserire anche gli operatori sanitari regionali nel disegno di legge organico sulle vittime del dovere che, ha evidenziato, «dovrà essere predisposto attraverso il lavoro congiunto di Maggioranza e Opposizioni».
Con il cordoglio espresso dall'Aula, il Consiglio ha così aderito all'iniziativa del presidente nazionale dell'Anci, Antonio Decaro, rilanciata dalla coordinatrice della Conferenza dei Consigli regionali italiani, Rosa D'Amelio, che prevede anche l'esposizione delle bandiere a mezz'asta domani, martedì 31 marzo, alle ore 12. Zanin ha anche ringraziato tutti i dipendenti regionali impegnati insieme a quelli di Insiel per garantire il regolare svolgimento dei lavori in un'Aula virtuale.
Riproduzione riservata © Il Piccolo