In Fvg piove più che a Londra

L’Osmer: «In regione ombrelli aperti ogni tre giorni». Un documentario didattico racconta il fenomeno
Di Stefano Bizzi

GORIZIA. In Friuli Venezia Giulia piove più che a Londra. Anche se la regione gode di un clima complessivamente moderato, nel Nordest le precipitazioni annue medie sono maggiori di quelle che affliggono la capitale britannica, una città che nell’immaginario collettivo è associata proprio alla pioggia. A dirlo sono i dati rilevati dall’Osmer.

Secondo quanto misurato dall’Osservatorio meteorologico regionale, annualmente sulle zone costiere cadono in media tra i 900 e i 1.000 millimetri d’acqua per metro quadrato: il doppio di quelli registrati nella Bassa padana Veneto- emiliana e più di quelli complessivi che bagnano Londra. Sulla Pianura friulana il dato medio sale a circa 1.500 mm/mq, mentre sulle Prealpi Giulie si superano ampiamente i 3.000 mm/mq. Di fatto l’area montana della regione si trova in vetta alle classifiche europee per piovosità.

In occasione della presentazione del documentario didattico quadrilingue “Le voci della pioggia”, ieri pomeriggio a Gorizia il direttore dell’Osmer Stefano Micheletti ha sottolineato che la pioggia, anche se di norma non ci sono fenomeni eccessivi, è il fenomeno meteorologico che più di tutti caratterizza il Friuli Venezia Giulia. Le precipitazioni si distribuiscono su un periodo compreso tra i 100 e i 130 giorni: significa che statisticamente, a seconda delle zone, l’ombrello deve essere aperto un giorno ogni tre o quattro.

Ovviamente non mancano fenomeni più violenti degli altri, con giornate che fanno registrare quantità di pioggia superiori ai 100 mm/mq. Nel 2010 a Piancavallo si registrarono in appena tre giorni 813 millimetri di pioggia. Il record di pioggia caduta in una sola ora lo condividono Gradisca d’Isonzo e Cividale: 113 millimetri registrati rispettivamente il 19 settembre 1995 e il 9 settembre di quest’anno.

A spiegare i motivi di questa spiccata tendenza alla piovosità del Friuli Venezia Giulia è lo stesso documentario realizzato da Arpa Fvg-Osmer insieme a Laboratorio LaRea. Ne “Le voci della pioggia” il previsore Marcellino Salvador ricorda che la regione si trova a una latitudine media interessata da correnti occidentali. Qui si incontrano le masse d’aria fredda provenienti dal polo e quelle d’aria calda che arrivano dall’Africa. Le perturbazioni vengono arricchite dall’umidità del Mediterraneo e il vapore acqueo fornisce ulteriore energia alle perturbazioni che vanno spesso a scaricarsi sulle montagne. Nei mesi freddi questo favorisce il sollevamento delle masse d’aria provenienti da sud o sud-ovest che incrementano la forza delle perturbazioni. Durante la stagione primaverile ed estiva, lo stesso arco alpino favorisce il sollevamento dell’aria calda per l’azione del sole e questo fa sviluppare i caratteristici temporali. La pioggia è un elemento fondamentale per la vita e per lo sviluppo della civiltà, ma come hanno dimostrato l’alluvione del 2003 nella Val Canale-Canal del Ferro o quella più recente in Sardegna, precipitazioni troppo intense possono diventare un problema.

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