In Fvg nasce il superfondo per l’edilizia low cost

La giunta entra nell’housing sociale legato a Cassa depositi e prestiti. Recupero di 443 alloggi da affittare a prezzi politici
Una veduta della città
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TRIESTE. Puntare un chip da otto milioni per poterne rastrellare 56: il tesoretto che, sotto il cappello di Cassa depositi e prestiti, darà corso a un piano di recupero di 443 appartamenti, da Sacile a Trieste, affittabili a prezzi politici e dedicati alla “fascia grigia” della popolazione, non abbastanza povera per farsi dare una casa Ater e non sufficientemente ricca per potersi permettere un’abitazione a normali condizioni di mercato. Gli otto milioni che “rendono” 56 non sono un azzardo, perché coi soldi dei contribuenti-elettori mica si gioca, ma il “magico” potere di un effetto finanziario, che di nome fa “moltiplicatore”, che consente alla giunta Serracchiani un investimento ben oltre il mero risultato pecuniario anche perché fa del Friuli Venezia Giulia, insieme alla Toscana, un ente “pioniere” in fatto di partecipazione ai fondi locali per il cosiddetto “housing sociale”.

Ieri, in occasione di una conferenza stampa convocata da Debora Serracchiani nel quartier generale di piazza Unità, la Regione ha ufficializzato, attraverso appunto la sottoscrizione di quote per otto milioni, il suo ingresso nel “Fondo housing sociale Fvg”, il fondo di investimento immobiliare di partenariato pubblico-privato gestito da Finint Investments Sgr, che è parte di Sif, il Sistema integrato dei fondi di housing sociale investiti da Fia, il Fondo investimenti per l’abitare gestito a sua volta da Cdp Cassa depositi e prestiti Investimenti Sgr.

Il mercato della casa del Fvg esce dal black out
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Sarà pure un groviglio, per i non addetti ai lavori, ma si configura pure come una forte opportunità per aumentare la possibilità di dare risposte alla gente in materia di casa. Gli otto milioni della Regione - che innesca un investimento di altri 12 di Cdp Investimenti Sgr - fanno fare un salto di qualità al Fondo, promosso nel luglio 2013 dal Consorzio housing sociale Fvg e cogestito per la parte socio-immobiliare da Casa Fvg Scarl. Questo, parola dell’assessore competente Mariagrazia Santoro, non è un punto d’arrivo ma di partenza: «Non è finita qui, il nostro obiettivo è ampliare la platea dei sottoscrittori del Fondo, portatori sia di quote finanziarie che, al caso, di beni immobili». Si badi: i sottoscrittori possono essere di tutto e di più, dalle fondazioni bancarie (le banche già ci sono, in particolare con la rete del credito cooperativo) ad altri enti pubblici. «Stiamo lavorando - ancora Santoro - per inserire nella lista anche beni demaniali» non riscattati, a cominciare da «600 alloggi militari».

Per intanto il “focus” è sui 443 appartamenti della prima lista, che si presume possano essere tutti a disposizione in un biennio: i 18 di Pordenone sono già stati completati, al posto di una vecchia caserma della finanza, il secondo “step” è in corso a Maniago (pronti 12 su 27), poi arriverà la volta di altri nove centri urbani, compresi Udine (78 alloggi diffusi), Gorizia (17) e Monfalcone (77) nella primissima periferia e soprattutto Trieste, dove 83 dei 94 appartamenti previsti si concentreranno all’ex Sadoch di viale Ippodromo. È l’emblema che l’housing sociale guarda di norma non a complessi nuovi ma da rimettere a nuovo dal «degrado», nel nome del risparmio del consumo di suolo e del sostegno a un’edilizia picchiata dalla crisi. L’80% dei 443 alloggi di cui si parla - hanno spiegato in conferenza stampa l’ad Investimenti immobiliari Finint Ugo Debernardi e Paola Delmonte per Cdp Investimenti Sgr - sarà messo in affitto a canoni calmierati, il resto sarà venduto a condizioni altrettanto politiche. Anche qui serve entrare in graduatoria: il requisito-cardine per le domande (www.housingsocialefvg.it) è un Isee sotto i 29mila euro.

«Gli otto milioni sottoscritti nel Fondo sono un tassello importante nelle politiche regionali per la casa dopo i 14 milioni e mezzo destinati al recupero di 2.800 alloggi Ater», così la stessa Serracchiani mentre Santoro dà appuntamento «da gennaio» in aula per la riforma dell’edilizia, da cui nascerà lo “sportello risposta casa”: un superufficio regionale che “piloterà” il cittadino tra le sue diverse esigenze tra Ater, contributi affitto, morosità incolpevoli e housing sociale, ad esempio. Il tutto, per dirla sempre alla Serracchiani, senza costringerlo a «girare come una trottola».

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