In Fvg l'hi-tech triestino è l'unico polo che vola

Rapporto di Intesa San Paolo: l'export del polo tecnologico (+37%) compensa la crisi di mobile e elettrodomestici (+5,2%)

TRIESTE I distretti industriali della regione continuano ad arrancare. Ma fa eccezione il polo dell'Information and communication technology di Trieste che nel 2010 si è rivelato uno dei migliori del Nordest. A fronte di un'accelerazione quasi generalizzata, in Friuli Venezia Giulia, l'aumento dell'export dei distretti è stato contenuto (+5,2% la variazione tendenziale nel quarto trimestre del 2010).

Pesano le difficoltà delle sedie e tavoli di Manzano (l'unico distretto triveneto ancora in territorio negativo) e la debolezza delle vendite degli elettrodomestici dell'Inox valley (provincia di Pordenone) che risentono del momento difficile del settore immobiliare. È questa l'analisi proposta dal monitor sui distretti industriali del Nordest realizzato dal servizio Studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, che periodicamente passa in rassegna più di 30 cluster di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.

Che, sommati tra loro, nel 2010 hanno generato esportazioni per 19,6 miliardi. Uno di questi miliardi è stato generato dai tre poli Ict della macroregione: quello veneto, quello triestino e quello del biomedicale di Padova. Il cluster giuliano ha fatto segnare un incremento delle vendite estere del 37% sul 2009, per un controvalore complessivo di 130,5 milioni. Grazie al recupero partito nei mesi primaverili e all'accelerazione successiva - evidenziano gli analisti di Intesa Sanpaolo -, il 2010 si è chiuso con una crescita a due cifre dell'export, salito del 10,4% rispetto ai livelli minimi toccati nel 2009.

Buono il ritmo di crescita del Veneto (anch'esso in progresso dell'11% circa nel 2010, ndr) che, tuttavia, resta lontano dai livelli pre-crisi a causa del ritardo di alcuni importanti distretti (mobile d'arte del bassanese, meccanica strumentale di Vicenza, oreficeria di Vicenza, tessile-abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno, e, soprattutto, tessile e abbigliamento di Treviso, ndr).

Resta indietro, come detto, il Friuli Venezia Giulia. «I cluster regionali - viene fatto osservare - hanno fatto segnare un recupero sul 2009 che, al 31 dicembre scorso, non è andato oltre lo 0,8%». Sui nuovi mercati le esportazioni hanno sperimentato un balzo del 22%. L'export distrettuale, poi, ha mostrato un'ottima accelerazione anche nei mercati maturi dove è cresciuto del 16%. A guidare la classifica c'è la Germania, che ha offerto il più elevato contributo alla crescita. In termini assoluti, nel quarto trimestre del 2010 le esportazioni dei distretti in Germania sono aumentate di 101,6 milioni rispetto al quarto trimestre del 2009; in Svizzera l'aumento è stato di 73,8 milioni, negli Stati Uniti di 68,9 milioni, in Francia di 51,7 milioni, mentre sul mercato cinese si è "fermato" a 46,1 milioni (ai 25,6 della Cina si sommano i 20,5 di Hong Kong). Seguono, nell'ordine, Romania, Spagna, Russia, Repubblica Ceca. Complessivamente, il 2010 può essere considerato un anno di "recupero" per i cluster del Triveneto, eccezion fatta per il Fvg.

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