In Fvg le opzioni sul fine vita nella tessera sanitaria

Lo prevede la legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento che approderà a breve in Consiglio regionale. Il relatore Pustetto (Sel): «Puntiamo a tutelare ogni sensibilità»

TRIESTE. Il Friuli Venezia Giulia è già stato al centro delle polemiche sul fine vita con la complessa vicenda di Eluana Englaro. Ora potrebbe tornare in prima linea su questo fronte con la proposta di legge che il consigliere regionale di Sel Stefano Pustetto si appresta a sottoporre all’aula: «Ho raccolto le firme di una ventina di colleghi e appena possibile il testo approderà in Consiglio». L’identità dei venti sostenitori dell’idea di Pustetto è, per il momento, ancora avvolta dal mistero e verrà rivelata soltanto nella conferenza stampa con cui Sel presenterà in veste ufficiale la proposta. Ma è probabile che l’idea incontri l’opposizione di più di qualche eletto di formazione cattolica.

La proposta

Pustetto non si sottrae a esporre lo spirito della futura proposta di legge: «Alla luce dei tanti casi difficili cui abbiamo assistito in questo Paese, e ricordando come uno dei primi oggetti del contendere nel caso Englaro fosse la difficoltà nell’accertare la volontà del paziente - spiega -, penso sia giusto che la Regione dia modo ai suoi cittadini di depositare dichiarazioni anticipate di trattamento secondo un procedimento comune a tutti». Molti privati cittadini, infatti, si sono già rivolti a notai per “mettere al sicuro” le loro volontà, e tanti Comuni del Fvg (Trieste compresa) si sono attivati per creare un registro di dichiarazioni. «In un quadro di incertezza normativa, credo che la Regione dovrebbe fornire uno strumento adatto, che tuteli tutte le possibili opinioni su un tema così delicato».

Tessera sanitaria

Lo strumento che Pustetto ha in mente è «ovviamente» la tessera sanitaria. «Se rendessimo possibile registrare nella propria tessera una dichiarazione anticipata di trattamento, i medici avrebbero un punto di riferimento chiaro nei confronti del paziente - spiega il consigliere -. Resta in sospeso il problema dell’obbligatorietà per il medico di seguire o meno quelle prescrizioni. Ma questa è materia di competenza nazionale ed esula dai contenuti di questa proposta». Tutto ciò, premette Pustetto, al netto del ventaglio di posizioni che è possibile assumere sul tema: «Questa è una proposta che punta a tutelare la sensibilità di ognuno dando a tutti la possibilità di esprimerla - dice -. Potrà avvalersene sia il cittadino che non vuole un certo tipo di trattamento, sia quello che desidera essere tenuto in vita il più a lungo possibile. E ovviamente si rispetta anche la coscienza dei medici chiamati a operare».

I precedenti

Si tratterebbe quindi di attivare in tutta la Regione un provvedimento analogo a quello adottato l'anno scorso dal Comune di Trieste, che prevede la possibilità per i cittadini di registrare la propria dichiarazione anticipata di trattamento. Il Fvg si era ritrovato al centro del ciclone nei primi giorni di febbraio del 2009, ai tempi del presidente Renzo Tondo: allora Eluana Englaro fu ricoverata e concluse la sua vita nella clinica “La Quiete” di Udine. La coda di polemiche che seguì a quei fatti portò addirittura il tribunale di Udine ad aprire un fascicolo, poi archiviato, per omicidio volontario nei confronti del padre Beppino Englaro e del personale della clinica. Da allora l’Italia non si è ancora dotata di una legge che regolamenti il “fine vita”.

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