In Fvg la ripresa è debole: recupera solo l’export
TRIESTE. Cala la produzione (-1,2%) ma recuperano le vendite (+7,9%) grazie all’export. Scenario incerto a livello congiunturale per l’economia regionale nel primo trimestre secondo il rapporto di Confindustria Friuli Venezia Giulia: «I deboli segnali di crescita di mesi fa non trovano consolidamento». Resta il fatto che la ripresa dell’economia regionale al di fuori dell'Italia è più rapida e forte. L'export (+12,7%) bilancia le vendite in Italia che accusano un calo pesante da +4,3% a -7,1%. L'occupazione è a -0,8%. La produzione rallenta, ma si mantiene positiva passando da +4,3% a +1,8%. L'andamento tendenziale delle vendite è analogo a quello congiunturale: crescono le esportazioni e rallenta il mercato interno, ma in questo caso il totale rimane negativo. La produzione rallenta, ma si mantiene positiva (da +4,3% nel trimestre precedente a +1,8%).
In particolare, le vendite totali scendono a -0,1% (da +0,4%) in quanto il cattivo andamento delle vendite Italia (-5,6% dal precedente +0,2%) non viene sufficientemente compensato dal buon risultato delle vendite all’estero (+2,9% dal precedente +0,6%). Confindustria segnala l'incerto andamento dei nuovi ordini che crescono molto bene rispetto al trimestre precedente, dal -0,7% a +10,6% in sensibile calo rispetto al primo trimestre 2013 (da +1,9% a -1,7%). Per quanto riguarda gli altri indicatori esaminati da segnalare l’incerto andamento dei nuovi ordini che crescono molto bene rispetto al trimestre precedente salendo dal -0,7% a +10,6%, mentre subiscono un sensibile calo rispetto al primo trimestre dell’anno scorso (da +1,9% a -1,7%).
Le previsioni per il secondo trimestre sono orientate a un cauto ma incoraggiante ottimismo: per il 32% degli industriali la produzione sarà di 8 volte superiore. La stima più prudente, invece, è la previsione sull'occupazione prevista in aumento secondo l'11,5% degli intervistati.
«Che l'export si stia riprendendo è segno che le nostre imprese sono ancora competitive, e questo è positivo, ma non basta per farle crescere così che possano influire efficacemente sulla crescita dell'occupazione e dell'economia complessiva della regione. Per raggiungere questo obiettivo c'è bisogno di interventi strutturali forti e tempestivi»: così il presidente di Confindustria Fvg, Giuseppe Bono. «Per fortuna - continua Bono - le capacità e le esperienze d'impresa, che hanno tenuto il Friuli Venezia Giulia su livelli di difficoltà inferiori a molte altre aree del nostro Paese ci consentono di considerare sostenibili le sfide che dobbiamo affrontare per riavviare percorsi di sviluppo fondati su efficienza, internazionalizzazione e innovazione».
Bono insiste sulla necessità di «fare sistema». I mali dell'Italia «si curano in un solo modo: porsi come obiettivo numero uno lo sviluppo, indispensabile per creare lavoro. Ed il perno del rilancio è la logica industriale centrata sul manifatturiero attorno al quale ruota tutto il sistema produttivo italiano». Confindustria regionale ritiene necessario che si attuino «azioni che vedano nella centralità dell'impresa e del lavoro le priorità da perseguire». Su questo Confindustria Fvg ha avviato un necessario percorso di cambiamento: «Ci aspettiamo - afferma ancora Bono - un costruttivo confronti a livello regionale su questi temi». pcf
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