In Fvg la giunta regionale congela l’addizionale Irpef
C’è chi dice no. La Regione Friuli Venezia Giulia, parola di Francesco Peroni, non ha in agenda l’aumento delle addizionali regionali Irpef. «È una facoltà che non sfrutteremo», chiarisce l’assessore regionale alle Finanze in riferimento al via libera infilato nel recente “Decreto Occupazione” che consente dal prossimo anno alle “speciali” l’incremento dell’aliquota di base dell’addizionale Irpef dell’1%.
Le norme
L’imposta ha subito diversi “restyling” negli ultimi due anni, tra Decreto attuativo del federalismo fiscale (possibilità di aumentare le aliquote Irpef, “congelate” fino al 2011, dello 0,5%), il “Salva Italia” che aumenta l’aliquota di base dallo 0,9% all’1,23% e la spending review che anticipa al 2013, anziché dal 2014, la facoltà di salire di un altro 0,6% nelle Regioni alle prese con il deficit sanitario. La prospettiva finale è così, dal prossimo anno, un’aliquota del 2,33% (2,23% nelle “speciali”. E non è finita perché nel 2015, sempre in attuazione al federalismo fiscale, è previsto un ulteriore aumento pari all’1% che porterebbe il tetto al 3,33%.
Gli aumenti
Secondo i dati elaborati dall’Osservatorio sulla fiscalità locale della Uil servizio politiche territoriali, si profilerebbe a stretto giro di posta una stangata pari a 141 euro pro capite, pari al +36,3%. L’Irpef regionale, ipotizzando un aumento dello 0,6% nella Regioni ordinarie e dello 0,5% in quelle “speciali”, passerebbe dai 388 euro medi del 2013 ai 529 del 2014, con punte nel Lazio di 616 euro, in Campania di 566, in Lombardia di 553. Nella simulazione del sindacato, il Fvg salirebbe in un anno da 273 (il terzo gettito più basso d’Italia dopo Basilicata, 265, e Sardegna, 269) a 389 euro a contribuente, vale a dire 116 euro in più (+42,5%). Le entrate complessive? Da 203 a 290 milioni.
Il no della Regione
Simulazione, però, destinata a restare sulla carta. Perché Peroni esclude determinazioni della giunta sul fronte dell’aumento di aliquote. «Il decreto parla di modifiche normative che consentiranno alle Regioni di far leva sulle addizionali – spiega l’assessore –, ma dalla previsione all’applicazione ne passa. Al momento non abbiamo in programma alcun intervento». Il motivo? «Non ci sono allarmi in atto e nemmeno motivi per prefigurare scenari infausti».
Le regole
Tutto come prima, dunque. E cioè con un Fvg che continuerà a imporre l’aliquota dell’1,23%, come già dal 2011. Con la manovra estiva 2012, la Regione ha tra l’altro introdotto una riduzione dello 0,53% (si scende quindi a 0,7%) ai soggetti che hanno un reddito imponibile non superiore ai 15mila euro. Sul sito della Regione sono presenti un paio di esempi che chiariscono il peso dell’addizionale regionale Irpef in 101,50 euro per un reddito di 14.500 euro e in 202,95 euro per un reddito di 16.500.
Le alternative
Visti i gettiti medi pro capite del 2013, già molto alti, il segretario confederale Uil Guglielmo Loy insiste più in generale per «un ripensamento alla radice del tema del federalismo fiscale, con la possibilità di applicare anche sul fisco federale le aliquote progressive per scaglioni di reddito e, soprattutto, prevedendo una no tax area per i lavoratori dipendenti e pensionati, come per l’Irpef nazionale».
Patto di stabilità
Peroni interviene infine anche sul patto di stabilità. In discussione l’interpretazione data dall’Anci Fvg su una recente sentenza della Corte costituzionale che renderebbe inapplicabili a Regioni e Province autonome le sanzioni in caso di sforamento dei vincoli di spesa. La Corte, precisa una nota della Regione, «ha censurato il modo e la sede normativa in cui sono state decise le sanzioni, ma senza escludere che debbano prevedersene in caso di violazione degli accordi da parte della singola Regione speciale». «Non si cada nell'equivoco – avverte l’assessore – di credere che l'autonomia speciale possa essere sinonimo di paradiso fiscale: nessuno si illuda che ci si possa liberare dalle sanzioni».
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