In Fvg la crisi colpisce i condomini “Moroso” un inquilino su tre

In aumento i decreti di ingiunzione per ottenere il pagamento delle spese Ma gli amministratori di stabili denunciano procedure troppo restrittive

TRIESTE. Le spese condominiali sono voci che pesano sui bilanci famigliari e molti non ce la fanno a pagare, tanto che negli ultimi anni la morosità è schizzata al 30%. Un dato, questo, per cui si prevede un progressivo aumento. Non aiuterebbe, in un contesto del genere, l’ultima legge dello Stato nel settore, quella che obbliga le amministrazioni condominiali a far partire i decreti di ingiunzione, ora dopo 6 mesi dalla chiusura dell’anno contabile.

La riforma

La norma, la numero 220 dello scorso 18 novembre, incassa una bocciatura netta dall’Anaci Fvg, l’Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari che ieri all’Hotel Savoia ha radunato decine di professionisti di Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino Alto Adige chiamati a confrontarsi su questi temi. E dire che una riforma nel sistema era attesa da settant’anni. È il provvedimento sulle morosità, tra le tante novità introdotte nella legge, a suscitare perplessità.

Le critiche

«L’amministratore – chiarisce il presidente dell’Anaci Fvg Gaetano Oliva – adesso ha il dovere di inviare i decreti ingiuntivi entro 6 mesi dalla chiusura del rendiconto di esercizio, altrimenti risponde in proprio. Con il decreto – ricorda – scatta il pignoramento dell’immobile, la perizia e la messa all’asta. Questa è un’incombenza per noi di non poco conto, anche perché gli amministratori fungono da esattori per conto dello Stato dal momento che nelle fatture dei fornitori, contabilizzate nelle spese condominiali, dobbiamo trattenere il 4% da versare come ritenuta d’acconto». È uno degli esempi delle regole più restrittive volute dallo Stato e che, a detta dell’associazione, non risolverebbero i reali problemi tra inquilini. «No, perché la legge non entra in quelle che sono le difficoltà quotidiane con cui dobbiamo interfacciarci – rileva l’avvocato Paolo Alvigini, del Centro studi Anaci Veneto –. Per esempio non dice nulla sulla difesa dall’inquinamento acustico, dagli odori urbani nei rioni degradati delle grandi città. Manca inoltre qualsiasi forma di protezione contro gli inquilini che disturbano», prosegue l’avvocato.

Le controversie

Qui si entra nel grande calderone delle liti di condominio: parcheggi, televisione ad alto volume e utilizzo di spazi comuni. «Contrapposizioni che spesso sfociano in spiacevoli fatti di cronaca, talvolta gravi – fa notare Alvigini – e la legge non fornisce strumenti e sanzioni per arginare i rompiscatole. Chi disturba in Europa viene allontanato, qui ce lo teniamo». Sono migliaia le cause che approdano ogni anno in Tribunale: «Già, mi vien da pensare che questa sia una norma per gli avvocati più che per far diminuire le liti», commenta Oliva.

Cani e gatti

Tra le altre novità che hanno innescato un acceso dibattito a livello parlamentare, va ricordato anche il divieto di interdire agli inquilini di tenere in casa animali domestici, tranne quelli esotici. I regolamenti delle singole abitazioni, su questo, non possono più esprimersi.

Caldaie “libere”

C’è poi l’opportunità di svincolarsi dal riscaldamento centralizzato, a condizione però che ciò non crei un aggravio di costi per i vicini. Chi fa questa scelta, tuttavia, deve comunque pagare i costi comuni del sistema centralizzato, tra cui la manutenzione e la messa a norma.

Assemblee

Cambiamenti pure sul sistema delle votazioni: per raggiungere la maggioranza in una decisione condominiale prima era necessario raggiungere i due terzi, ora basta la metà. Sarà obbligatorio, inoltre, aprire il conto corrente condominiale, mentre è compito dell’amministratore garantire la sicurezza e la conformità degli stabili, conservando i registri. La legge 220 dello scorso 18 novembre, infine, favorisce l’installazione di forme alternative di energia con fonti rinnovabili e consente la modifica delle destinazioni d’uso delle parti in comune.

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