In Fvg la “Buona scuola” fa flop. Lezioni a orario ridotto per l’assenza di prof
TRIESTE. «Gli istituti si organizzino meglio» dice Pietro Biasiol, il direttore scolastico regionale. «I piani alti vengano a vedere come funziona davvero la scuola» ribatte Guido de Fornasari, preside dell’Isis Galilei di Gorizia. Lo scontro non è solo tra istituzione e sindacati. L’avvio sofferto dell’anno scolastico che dovrebbe essere della “buona scuola” ed è invece un mix di assenze, rattoppi, ritardi e sforbiciate agli orari, con classi pollaio e prof che si sdoppiano, divide anche chi sta (dovrebbe stare) dalla stessa parte: lo Stato.
Ad agosto gli allarmi. A settembre i nodi al pettine. Innanzitutto per quel che riguarda i numeri, al ribasso, in Friuli Venezia Giulia come nel resto d’Italia. In regione, fa sapere la Cgil Flc, con la “buona scuola” sono entrati in ruolo 480 docenti sui 638 previsti dal piano ordinario e 800 all’organico potenziato su 1205. Tra questi i 391 freschi assunti, pescati dal concorso del 2012 (24), da quello di quest’anno (249) e dalle Gae (118), le graduatorie a esaurimento. «Assegnati e nominati dalla fine della scorsa settimana, contrariamente a quello che ha dichiarato la Cgil, denunciando la mancata entrata in servizio di 600 docenti», precisa Biasiol respingendo pure l’accusa di avere tenuto a casa persone pagate dal pubblico. Ma Zonta, sempre sul fronte dei numeri, ribatte: «In regione i posti disponibili per le immissioni in ruolo, partite il 10 settembre, erano 771». Senza dimenticare un ringraziamento agli uffici scolastici che, «nonostante i pesanti tagli agli organici, hanno lavorato instancabilmente per produrre tutte le immissioni in ruolo possibili».
Riassumendo: il direttore scolastico regionale assume, le segreterie fanno un superlavoro, ma a scuola si cercano ancora i professori. In molte scuole, dallo Stellini e dal Percoto di Udine all’Oberdan di Trieste, si è ricorsi all’orario ridotto. «Le responsabilità - dice Zonta cercando di ammorbidire la polemica con la direzione regionale - stanno tutte in capo al ministero e al governo del fare». I fatti alimentano un clima di tensione. Biasiol da un lato cerca di convincere i sindacati che «l’invio a scuola è stato completato» e che, se si è tardato di qualche giorno, «è solo in conseguenza delle procedure di assunzione che sono di carattere nazionale». Ma dall’altro lato il direttore scolastico Fvg non trova conforto nella risposta degli istituti: «L’orario ridotto? Sono stupefatto da iniziative del genere. Possono esserci casi singoli di maestre incinte, di malattie o di permessi, ma tutte le scuole hanno ricevuto gli strumenti per funzionare al meglio. Chi non ce l’ha fatta, evidentemente, deve cercare di organizzarsi. Tanto più oggi che le centinaia di docenti assunti con il potenziamento forniscono un servizio trasversale». I presidi tra l’altro, aggiunge Biasiol, da inizio settembre sono autorizzati ai contratti a tempo fino all’arrivo del titolare.
Soluzione che, tuttavia, non ha risolto i guai. Perché più di qualcuno dice che no, di fare il precario per pochi giorni non gli va. Ma non ci sono solo i supplenti a tempo corto. Ci sono anche quelli annuali. Altri vuoti da riempire. Secondo Ugo Previti, segretario regionale Uil scuola, «mancano almeno 250 nomine». «Sarebbe opportuno che chi sostiene che nella scuola Fvg è tutto a posto - incalza pure Donato Lamorte della Cisl - girasse nelle scuole per vedere e toccare con mano. Se questa è la “buona scuola”, stiamo freschi». Di certo alcuni meccanismi non hanno funzionato. La fase della mobilità, che segue quella della stabilizzazione, dovrebbe concludersi a metà luglio, e invece quest’anno è rimasta aperta a lungo.
Ci sono stati errori e conciliazioni, un centinaio pure in Fvg. Tra i casi anche quello di un docente nominato su organico potenziato nell’ambito di Gorizia e che aveva chiesto di essere trasferito ad Agrigento, per ritrovarsi assegnato a Cuneo, e di una docente “scomparsa” dalle assegnazioni dopo la richiesta di trasferimento. Altro punto dolente il concorsone. «Prove concluse in fretta, graduatorie non definite, immissioni in ruolo rinviate all’anno successivo - attacca ancora la Cgil -. In regione sono ancora in fase di correzione gli scritti nelle classi infanzia e primaria e in matematica. Un ritardo pesantissimo tenendo conto che ci sono ancora gli orali da organizzare».
Il quadro si completa con un contratto di lavoro fermo a otto anni fa, le 52 reggenze (una scuola su tre) in assenza di concorsi da tre anni per dirigenti scolastici e la decimazione degli Ata. Rispetto all’anno scorso, ricorda il sindacato, si è partiti con 23 amministrativi, bidelli e tecnici in meno.
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