In Fvg il primo coro muto “Manos blancas”

Il Friuli è la prima regione in Italia in cui è stato fondato un coro formato da ragazzi sordomuti. Chi sostiene che per cantare sia necessario avere la voce? Nulla è indispensabile: questo è quanto dimostra il coro “Manos blancas”. Tale realtà è stata scoperta dal maestro Claudio Abbado, recentemente scomparso, attraverso le frequenti trasferte in Sud America. L’iniziativa è nata nel 1975 in Venezuela per opera del magnate Antonio Abreu che ha deciso di strappare i bambini alle bande criminali. In una società devastata dalla povertà, li ha fatti accostare al mondo della musica. Per lui suonare o cantare significava far parte di una comunità, in un gruppo indipendente in cui lo scopo è comune. Ma questo privilegio di entrare nell’ambiente musicale, non doveva rimanere tale. Come afferma il maestro Abreu: «La sublime medicina della musica non deve restare un lusso per pochi, anche chi ha un handicap e perfino chi non ha voce e orecchie deve poterne godere».
A far parte dei cori sono ragazzi di tutte le età, anche sordomuti, a sottolineare come la musica renda tutti uguali. Poter assistere a commoventi concerti in cui i ragazzi meno fortunati si ricoprono le “manine” con dei guanti bianchi e seguono i movimenti del loro maestro non è una prerogativa del Venezuela. Gli assistenti e docenti Naybeth Guarcia e Johnny Gòmes, fondatori del coro di sordomuti nel 1999, grazie alla loro esperienza, hanno collaborato in diversi paesi e vinto anche il riconoscimento “Risit d’aur” al premio internazionale Nonino nel 2011. La motivazione recita: “Il miracolo delle vibrazioni dell’anima che dona gioie e dignità a creature sensibili segnate da un diverso destino e apre il cuore a chi le ascolta».
Gomes in un’ intervista realizzata per un breve video documentario nel 2009, afferma: «I ragazzi interpretano la musica con la loro lingua naturale, e in questo modo vengono integrati nella società». Garcia, invece, è entusiasta per l’esperienza meravigliosa in cui la musica è un progetto che unisce. In questa occasione, invitati nella nostra regione, in solo una settimana sono riusciti a coinvolgere un gruppo di bambini del centro di riabilitazione “La nostra Famiglia” di San Vito al Tagliamento, con l’accompagnamento del coro voci bianche “Artemia” di Torviscosa. Chi ha avuto la fortuna di cantare in quest’ultimo ha potuto contemplare da vicino il librarsi di queste colombe bianche e il loro innalzarsi per poi essere intrappolate da un gesto sicuro della direttrice.
Nel 35° Premio Nonino i letterati e gli scienziati sono stati travolti dall’entusiasmo, dagli occhi vivi e dal movimento ritmico delle mani di quelli che hanno ricevuto un calorosissimo applauso. Ma questo è stato solo l’inizio per il coro muto che ha raggiunto perfino il podio dell’arena di Verona, ambito da molti, ma raggiunto da pochi.
I ragazzi diversamente dotati, che altrimenti rimarrebbero ai margini della società, ottengono così un riscatto, hanno modo di esibirsi e la soddisfazione per ciò che stanno facendo è ben visibile nei loro occhi. Il merito, quindi, della famiglia Nonino, nota per la famosa grappa, è stato quello di aver riconosciuto l’esigenza per i diversamente abili, l’altissimo valorale culturale di quest’associazione e l’aver reso il Friuli Venezia Giulia la prima regione in Italia in cui esiste tale realtà. Ora è stato costituito un coro simile anche a Roma, realizzatosi solo grazie all’insegnamento dei nostri docenti che hanno messo a disposizione la loro esperienza. Si auspica, dunque, che il coro “Manos Blancas” venga valorizzato, che i ragazzi della “Nostra Famiglia” abbiano sempre più possibilità di esibirsi per dimostrare il loro talento e, soprattutto, il loro cuore.
Elisabetta Livon
III BL Liceo classico
“Dante Alighieri”
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