In Fvg il M5S rilancia i tagli a stipendi e vitalizi dei consiglieri
TRIESTE. I grillini del Friuli Venezia Giulia rilanciano in grande stile l’operazione anti-Casta. Al via del dibattito sull’assestamento di bilancio, oggi in Consiglio regionale, la pattuglia del Movimento 5 Stelle propone via emendamento due misure choc: la riduzione dello stipendio degli eletti a 7mila euro lordi tra indennità (5mila) e rimborsi (2mila) e la rimodulazione al ribasso del vitalizio percepito dagli ex consiglieri.
Buste paga Loro, i grillini, si fanno bastare dall’inizio della legislatura 2.500 euro netti più qualche centinaio di euro di rimborsi (rendicontati) per i mezzi di traporto, le spese telefoniche e i rarissimi pernottamenti. Per questo, a fronte dei 6.300 euro lordi di paga base, cui si aggiungono i 3.500 euro di rimborsi (2.500 per triestini e goriziani) dei colleghi di piazza Oberdan, propongono un’ulteriore sforbiciata un anno dopo il primo colpo battuto da Debora Serracchiani. In due emendamenti, i pentastellati chiedono di abbassare l’indennità a 5mila euro (un taglio di 1.300 euro, il 20% in meno) e di parificare i rimborsi a 2mila euro.
Vitalizi Non basta. Il gruppo M5S propone di rivedere gli importi dei vitalizi di consiglieri e assessori regionali (l’istituto è stato cancellato, ma premia ancora 213 ex). Sostanzialmente, i grillini intendono trasformare retroattivamente il sistema retributivo in uno contributivo. Il nuovo assegno (non più reversibile) verrebbe determinato moltiplicando il montante individuale dei contributi versati per il coefficiente 5,82%. In agenda anche la sospensione (fino al compimento del sessantaseiesimo anno di età) per chi l’assegno lo incassa già da tempo (in alcuni casi appena festeggiati i 50 anni).
Caso Torrenti Per chiudere il cerchio dell’anti-politica, i pentastellati sottoscrivono un ultimo emendamento che rende «inammissibile la concessione di incentivi di qualsiasi tipo a soggetti che finanziano campagne elettorali». Poche righe che hanno esplicitamente nel mirino Gianni Torrenti, candidato Pd alle regionali 2013 che si è visto sostenere la caccia al voto con 10mila euro della coop Bonawentura, la società che ha creato il Teatro Miela di cui l’assessore alla Cultura è stato a lungo presidente prima di entrare in giunta.
La manovra estiva Ieri a mezzogiorno anche le altre forze politiche (grillini a parte, molto attivi nell’opposizione Revelant, Santarossa, Marini, Ciriani, Novelli, Ziberna e i tre leghisti) hanno depositato le loro proposte di modifica al testo del ddl presentato dalla giunta: 314 milioni di euro, di cui 72 vincolati per il sistema delle autonomie locali. Tra le poste principali, 49 milioni (di cui 40 per la spesa corrente) a sanità e welfare, 25,8 milioni alle Attività produttive, 24 milioni per la ricapitalizzazione di Mediocredito Fvg, 13,5 milioni per il lavoro, 3,9 milioni a Turismo Fvg, 2,5 milioni a Promotur, 1,5 milioni all’Ersa.
Le scuole paritarie Tra le decine di richieste, quella di Giovanni Barillari potrebbe riaccendere una polemica di fine 2013, quando il consigliere del gruppo Misto tuonò contro la bocciatura di un suo emendamento per il ripristino di 800mila euro a favore delle scuole paritarie. La giunta assegna stavolta 500mila euro, ma Barillari insiste per ulteriori 150mila euro: «Spero che l’amministrazione riconosca l’importanza del valore che questi istituti ricoprono per tante famiglie».
Il welfare Alla vigilia del dibattito in aula, stavolta dal fronte della maggioranza, spuntano anche 500mila euro per il Fondo per l’autonomia possibile (34,5 milioni di euro complessivi dopo che lo Stato ha aggiunto un milione all’erogazione regionale) e qualche altra posta per far scorrere la graduatorie delle domande finalizzate al risparmio energetico e all’installazione di ascensori in condomini privati. «Puntiamo sul welfare», sintetizzano non a caso il capogruppo del Pd Cristiano Shaurli e il collega di Sel Giulio Lauri, mentre Franco Codega sottolinea l’importanza dei 2,8 milioni per i progetti per l’autonomia scolastica. Curiosità a margine, dopo la denuncia della moria delle api in regione, il Pd chiede 70mila euro per le associazioni di apicoltori.
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