In Fvg i contagi tornano a zero ma Fedriga non si fida: quarantena dalla Serbia

Il presidente della Regione in pressing sul governo: «Roma valuti l’imposizione dell’isolamento per chi arriva qui da quel Paese». Alla Slovenia: «Tuteli i vicini»
Test kits sit on a table as healthcare professional Kenzie Anderson prepares to take a sample at a United Memorial Medical Center COVID-19 testing site Friday, June 26, 2020, in Houston. The number of COVID-19 cases continues to rise across the state. Texas Gov. Greg Abbott has said that the state is facing a \"massive outbreak\" in the coronavirus pandemic and that some new local restrictions may be needed to protect hospital space for new patients. (AP Photo/David J. Phillip)
Test kits sit on a table as healthcare professional Kenzie Anderson prepares to take a sample at a United Memorial Medical Center COVID-19 testing site Friday, June 26, 2020, in Houston. The number of COVID-19 cases continues to rise across the state. Texas Gov. Greg Abbott has said that the state is facing a \"massive outbreak\" in the coronavirus pandemic and that some new local restrictions may be needed to protect hospital space for new patients. (AP Photo/David J. Phillip)

TRIESTE I casi di nuovi contagi in Friuli Venezia Giulia tornano a zero, dopo un inizio luglio che ha registrato la crescita delle persone positive al coronavirus, ma la giunta non si fida di quanto accade nei Balcani. Il presidente Massimiliano Fedriga chiede al governo di introdurre l’obbligo di quarantena per cittadini italiani e stranieri in arrivo dalla Serbia, mentre Slovenia e Croazia diventano osservate speciali: niente restrizioni, al momento, che saranno però invocate se emergeranno focolai dovuti a persone di ritorno dai due Paesi, anche se nella Lega Fvg c’è già chi invoca la chiusura del confine.



«In Serbia la situazione si fa sempre più difficile – ragiona Fedriga – e chiederemo al governo di valutare l’imposizione della quarantena. Non vale per il trasporto, ma per chi è stato in quei luoghi e arriva in Fvg. Voglio valutare l’evoluzione per qualche giorno, ma in Veneto stiamo vedendo nuovi casi dovuti a Serbia e Bosnia», con quest’ultimo Paese già inserito dall’Italia nella lista per la quarantena obbligatoria.

In Serbia boom di infetti, superata la soglia d’allarme. Coprifuoco a Belgrado
A worker wearing protective gear holds a sanitizer, at the station in Rijeka, Croatia July 1, 2020. REUTERS/Antonio Bronic

Il presidente non nasconde preoccupazione per la situazione di Slovenia e Croazia, «anche se non abbiamo ancora segnali di pericolo sul nostro territorio: al governo chiedo però di spingere l’Ue a far applicare misure uniformi su tamponi, tracciamenti e quarantene. Mi auguro che la Slovenia prenda decisioni forti per tutelare i vicini perché, se i contagi arrivano di qua, dovremo intervenire».



Davanti all’incremento dei positivi nei primi giorni di luglio, la Regione ha messo sotto il microscopio gli ingressi dal confine. La giunta ipotizza che il focolaio di Trieste derivi da contatti di lavoro con persone provenienti dai Balcani e altri due casi emersi in Fvg sono attribuiti a movimenti attraverso la frontiera. Non a caso Fedriga spiega di aver «segnalato al ministro Speranza il focolaio triestino per attirare l’attenzione su quanto sta avvenendo nei Balcani». Un nodo ineludibile per una terra di confine come il Fvg, se in Slovenia si segnalano oltre cinquanta contagi in 48 ore, con restrizioni già attuate sulla frontiera con la Croazia, epidemiologi che tornano a parlare di lockdown e il premier Janša che denuncia violazioni ripetute delle regole di prevenzione. In Croazia solo ieri sono emersi una sessantina di casi e le elezioni potrebbero diventare un nuovo veicolo del virus. Per non parlare della Serbia, tornata a imporre lo stato di emergenza in diverse città.



E se pure il presidente del Veneto Luca Zaia chiede che «il governo si dia una mossa e chiarisca le regole per chi rientra dall’esterno», nella Lega Fvg c’è anche chi vuole tagliare corto. Come il capogruppo in Consiglio regionale Mauro Bordin, che domanda di «chiudere la frontiera con la Slovenia: caro presidente Conte io non dimentico i massi e i guardrail con cui i nostri vicini ci hanno isolato mesi fa». La deputata dem Debora Serracchiani ribatte: «Al primo rialzarsi dei contagi la Lega ricomincia lo scaricabarile su governo, migranti o confini permeabili. Fedriga ha dimenticato l’entusiasmo con cui ringraziava la Slovenia per aver aperto i confini con 48 ore di anticipo. Ora è già pronto a imbracciare il pericolo dei Balcani, alla faccia degli spettacoli indegni offerti da Salvini coi suoi bagni di folla».



La buona notizia di giornata la dà intanto il vicepresidente Riccardo Riccardi, annunciando l’assenza di nuovi ammalati di coronavirus in Fvg: «Ritorniamo ai tre zero su contagi, decessi e ricoveri in terapia intensiva. La sorveglianza sanitaria a Trieste è stata efficace: abbiamo isolato l’ultimo caso, tracciando e testando in poche ore quasi un centinaio di persone e fortunatamente sono tutte negative. I test verranno rifatti nei prossimi giorni e confidiamo si confermino le negatività».

Si ferma così la tendenza al rialzo, che nei primi quattro giorni di luglio ha fatto rilevare 18 nuovi positivi (erano stati 3 nella settimana precedente). Le persone attualmente affette dal Covid-19 in regione restano 112: 6 ricoverati in reparti infettivi, 67 in isolamento domiciliare e 39 clinicamente guariti ma ancora non negativi al tampone. Non si registrano nuovi decessi, rispetto ai 345 riscontrati finora. Zero anche i nuovi contagi, che restano 3.326 dall’inizio dell’epidemia: 1.400 a Trieste, 1.001 a Udine, 707 a Pordenone e 218 a Gorizia. —


 

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