In Fvg Gorizia e Udine arancioni da sabato per 15 giorni. Scuole medie e superiori tornano in dad da lunedì. Fedriga: "Serve un cambio di passo sui vaccini"

Saranno invece le elaborazioni del Cts a stabilire il destino cromatico della regione dalla prossima settimana, ma il presidente Massimiliano Fedriga non esclude che il Fvg finisca in un arancione rafforzato
La conferenza stampa di oggi, 3 marzo, in Regione Fvg. Foto di Andrea Lasorte
La conferenza stampa di oggi, 3 marzo, in Regione Fvg. Foto di Andrea Lasorte

TRIESTE Alla fine il weekend sarà in arancione solo per le province di Gorizia e Udine, ma da lunedì le scuole medie e superiori torneranno integralmente alla didattica a distanza in tutto il Friuli Venezia Giulia, così come l’università.

Saranno invece le elaborazioni del Cts a stabilire il destino cromatico della regione dalla prossima settimana, ma il presidente Massimiliano Fedriga non esclude che il Fvg finisca in un arancione rafforzato per due settimane dalla sospensione della didattica in presenza nei due gradi di istruzione superiore. Ma le ordinanze sono solo un rimedio parziale e Fedriga ha approfittato della conferenza per lanciare il suo ultimatum al governo sulla campagna vaccinale.

La giunta regionale ha presentato in conferenza stampa le decisioni che saranno formalizzate nel pomeriggio di oggi, 3 marzo, da una nuova ordinanza, che resterà in vigore intanto fino a domenica 21 marzo, salvo ulteriori proroghe, perché «il mese appena cominciato sarà il più difficile», come ha spiegato Fedriga ai giornalisti, augurandosi «una durata più breve possibile, ma dipenderà dai monitoraggi sui contagi».

Tramonta l’ipotesi di un fine settimana arancione per tutto il Fvg, ma Gorizia e Udine saranno inserite in questa fascia a cominciare dalla mezzanotte di venerdì (e quindi da sabato 6 marzo) e per i successivi quindici giorni: significa bar e ristoranti chiusi, nonché divieto di mobilità dal proprio comune e di spostamento dalle zone gialle verso quelle arancioni. La Regione chiederà inoltre alle imprese di incentivare lo smart working e, nelle zone gialle, manterrà il rafforzamento delle consumazioni al tavolo obbligatorie dopo le 11.

«Cerchiamo di comprimere la diffusione della pandemia – ha detto Fedriga – tenendo conto degli effetti economici e cercando di limitare il più possibile le chiusure, ma adottando nel contempo misure il più efficaci e chiare possibili. Voglio dire che la scuola non è chiusa ma continua a distanza e ringrazio tutto il personale per come sta lavorando».

Fedriga presenta la nuova ordinanza in vigore da sabato in Fvg: la conferenza stampa

Il governatore attende i primi dati sul monitoraggio dell’Istituto superiore della sanità relativi alla settimana scorsa. La svolta dei contagi dovuti alla variante inglese si è avuta lì: «Non escludo la zona arancione per effetto dei nuovi dati», ha ammesso Fedriga, che vuole «muoversi d’anticipo per non protrarre la situazione nei mesi successivi», visto che nelle ultime due settimane i tamponi positivi sono raddoppiati dal 7,6% della settimana del 15-21 febbraio al 13% di quella seguente, con contagi giornalieri che nello stesso periodo hanno riscontrato un aumento del 60% nel giro di una settimana.

Quella che Fedriga definisce «un’inversione di tendenza repentina rispetto a gennaio, quando abbiamo riscontrato calo di contagi e ospedalizzazioni». Fedriga ha quindi lanciato un vero e proprio ultimatum allo Stato sulle vaccinazioni: «Oggi mi prendo la responsabilità di fare scelte difficili e far pagare un ulteriore prezzo agli studenti e agli esercenti (i nuovi ristori regionali saranno approvati venerdì, con particolare attenzione per bar e ristoranti nelle aree arancioni, ndr), ma Regione Fvg non sarà più disponibile a ragionare in questi termini e questo è l’ultimo sforzo che siamo disponibili a fare, perché non possiamo pensare che l’alternativa al vaccino siano sempre le restrizioni. Servono più vaccinazioni e l’Europa è indietro sulla capacità di rifornirsi di vaccini: chi ha il compito di portare avanti la campagna vaccinale si deve prendere le sue responsabilità.

Pretendiamo che si colga l’occasione della riduzione estiva dei contagi o ci troveremo a settembre nella situazione da cui siamo partiti e sarebbe insostenibile». Il governatore fa anche la sua proposta operativa, augurandosi che «il governo cambi strategia e punti a vaccinare più persone possibile con la prima dose: la campagna deve diventare di massa e AstraZeneca ci assicura, dopo le somministrazioni in Scozia, di avere dati molto confortanti, che dicono che dopo la prima dose l’efficacia del vaccino è del 76% e arriva all’82% dopo la seconda, con lo stesso effetto anche fra gli over 80 fra cui l’ospedalizzazione si è ridotta del 95%. Mi auguro che l’AstraZeneca si potrà presto destinare anche agli over 65 e alle persone con disabilità, perché la sua distribuzione massiccia cambierebbe completamente lo scenario».

È sempre il presidente a fare il punto sulla ripresa dei contagi: «L’Iss ci comunica che il periodo più critico dovrebbe essere marzo, con un miglioramento previsto ad aprile. La settimana scorsa il Fvg ha registrato 236 contagi ogni 100 mila abitanti, ma la situazione non è omogenea e ci sono statti 144 positivi su 100 mila a Trieste, 107 a Pordenone, 220 a Gorizia e 353 a Udine».

La situazione è difficile soprattutto nell’Isontino e in Friuli: nel primo caso i dati provvisori della settimana in corso segnano una crescita a 244 contagi, mentre Udine è arrivata a 392, con Trieste e Pordenone stazionarie (rispettivamente 147 e 113). L’arancione localizzato si spiega così e l’intervento sulle scuole, dice Fedriga, dipende dal «forte aumento in tutte le classi d’età sotto i 19 anni, tranne quella 3-5 anni, con un aumento marcato da 11 e 19 anni. Presenti alla conferenza anche gli assessori Riccardo Riccardi e Alessia Rosolen. Per il responsabile della Salute, «il vaccino è l’unica arma e in Fvg siamo a 143 mila prenotazioni della prima dose e abbiamo concluso la seconda dose per 36.649 persone. Domani (giovedì) chiuderemo con il comitato tecnico la partita dei medici di medicina generale, cui chiederemo soprattutto di occuparsi delle vaccinazioni a domicilio delle persone fragili».

Rosolen ha sottolineato a sua volta che «sono i numeri a spiegare la motivazione di chiudere le scuole per due settimane: cerchiamo di anticipare le tempistiche, visto il progressivo aumento dei numeri. Le regioni in cui le scuole sono ripartite per prime a gennaio si trovano oggi tutte in fascia arancione o rossa, mentre il Fvg ha un ritardo nei contagi, ma oggi c’è anche qui un’inversione repentina dei numeri e una forte focalizzazione sulle fasce d’età più giovani.

È una decisione pesante per chi la prende, ma continua ad aumentare come in una guerra il numero dei ragazzi in quarantena. Il governo annuncerà a giorni la possibilità di accedere a congedi parentali e bonus babysitter anche in modo retroattivo e anche per questo abbiamo deciso di chiudere anche le primarie di primo grado. Prevediamo invece deroghe sulla scuola in presenza per ragazzi disabili o con bisogni educativ speciali, ma anche per chi non dovesse essere in possesso di strumenti informatici».

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