In Fvg crescono i casi di contagio nei bambini da 3 a 5 anni: ecco cosa comporta
TRIESTE L’epidemia fino ad ora li aveva quasi ignorati, ma ora i bambini dai 3 ai 5 anni stanno diventando in Friuli Venezia Giulia i principali bersagli del virus. Lo dicono i dati della Regione, che hanno registrato un’impennata nelle prime due settimane di febbraio: da poco più di cento contagiati su centomila abitanti all’inizio del mese a circa 250 alla fine della seconda settimana. Un dato più che raddoppiato, quindi, a fronte invece di cali di contagi in quasi tutte le altre fasce di età.
Ma quali pericoli comporta l’infezione tra i bambini dai 3 ai 5 anni? «Clinicamente i bambini così piccoli manifestano sintomi praticamente nulli: un po’ di febbre e mal di gola nei casi più significativi, ma direi ai genitori di non preoccuparsi – sottolinea Paolo Lubrano, segretario regionale della Federazione italiana medici pediatri (Fimp) –. Anche un’eventuale incidenza della variante inglese può tradursi in una maggiore contagiosità, ma la gravità è la stessa di prima. Il problema è che i bambini di questa età possono facilmente contagiare gli adulti che sono a stretto contatto con loro - prosegue - e dunque in primis i genitori e poi eventualmente anche i nonni o gli altri parenti. La raccomandazione quindi è quella di evitare i contatti con i soggetti più fragili, appunto gli anziani».
Dunque i genitori devono fare particolare attenzione al comportamento dei loro bambini. «Se i genitori hanno il sospetto che possa esserci qualche piccola alterazione farebbero bene ad avvertire subito il pediatra – prosegue il medico – . Sarà lui a valutare se eseguire il tampone oppure compiere altre scelte, come quella della quarantena. Diverso è il discorso se a intervenire sono le scuole, che segnalano i casi di contagio al Dipartimento di prevenzione che a sua volta prende tutte le decisioni in merito alla eventuale sospensione dell’attività di alcune sezioni delle scuole materne e alla necessità o meno di eseguire tamponi a bambini e insegnanti. La sensazione comunque - conclude – è che in questo momento non ci siano tanti bambini sintomatici. Credo che possa sfuggire al monitoraggio un bambino su due visto che non è facile riscontrare i sintomi». —
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