In Fvg cannabis terapeutica prescritta 218 volte

Il dato relativo al 2015 per il Friuli Venezia Giulia. Previsto un aumento. Oggi una delegazione Ncd in pressing sul ministro
Piante di cannabis utilizzate a scopo terapeutico
Piante di cannabis utilizzate a scopo terapeutico

TRIESTE. Poco meno di un chilo di cannabis terapeutica consumato in Fvg nel 2015. Per l’esattezza 879mila milligrammi, per un totale di 218 ricette emesse: sono questi i dati comunicati dalle aziende sanitarie relativamente al consumo del farmaco Bedrocan in regione. Nella quasi totalità le infiorescenze sono state ottenute dai pazienti con prescrizioni a proprio carico, erogate tramite farmacie aperte al pubblico. La spesa complessiva è di poco inferiore ai 50mila euro, con costi che assommano a una media di oltre 200 euro a ricetta. Le prescrizioni sono così suddivise: 39 all’Aas triestina, 30 all’Aas isontina, 2 all’Aas Alto Friuli, 88 all’Aas Friuli centrale e 59 all’Aas Friuli occidentale.

Serracchiani apre alla cannabis terapeutica
Cannabis legale

Le cifre sono state diffuse dalla direzione Salute della Regione, come richiesto dal recente decreto con cui il governo ha stabilito le linee guida per l’utilizzo e la coltivazione di cannabis terapeutica. L’informazione sui consumi è necessaria per tarare la produzione demandata allo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, nell’ambito di un accordo pilota fra i ministeri della Difesa e della Salute. Il decreto nulla aggiunge alla legge regionale del 2013, essendo concentrato soprattutto sulle modalità di coltivazione e distribuzione, al momento limitate alla struttura toscana. I consumi rilevati sono tuttavia ancora molto al di sotto delle reali necessità, se è vero che il quantitativo ritenuto necessario in Italia da alcune associazioni di malati si aggira attorno ai 400 chili all’anno. Il ritardo è dovuto ai costi e alle difficoltà burocratiche di approvvigionamento, posto che oggi le infiorescenze di Bedrocan sono a carico del servizio sanitario regionale solo se acquistate dalla farmacia ospedaliera o dall’azienda sanitaria del paziente e se l’inizio del trattamento avviene in strutture ospedaliere, proseguendo in ambito domiciliare sulla base della prescrizione del medico ospedaliero.

Ad oggi l’unico medicinale cannabinoide prescrivibile normalmente in Italia è lo spray Sativex, indicato però nel trattamento della sclerosi multipla e consentito per altre patologie solo in pochissimi casi. Il Bedrocan va invece acquistato all’estero, non essendo prescrivibile su ricetta rossa. Gli uffici regionali prevedono un incremento per il 2016. Lo si dovrà da una parte all’azione di informazione con cui le Aas hanno indicato ai medici le modalità che consentono di prescrivere farmaci cannabinoidi a carico del servizio sanitario; dall’altra alla coltivazione sperimentale di Firenze, che dovrebbe facilitare i processi di acquisizione, riducendo la dipendenza dall’estero. L’assessore alla Salute, Maria Sandra Telesca, ribadisce «l’intenzione della Regione di facilitare l’accesso al prodotto. Le norme esistono, ma continuano a esserci difficoltà di attuazione. In attesa che la sperimentazione di Firenze dia risultati sul fronte dell’approvvigionamento, il ministero dovrebbe inserire il Bedrocan nel prontuario, per consentirne la prescrizione su ricetta rossa da parte dei medici di famiglia. Bisognerebbe poi allargare la casistica che rende possibile la somministrazione del Sativex, oggi prescrivibile per pochissime patologie». Il primo contatto tra il ministro Beatrice Lorenzin ed esponenti politici regionali avverrà oggi stesso, in un incontro tutto interno a Ncd, voluto da Alessandro Colautti e Paride Cargnelutti. Colautti spiega che «si parlerà anche di cannabis terapeutica. Chiederemo al ministro di valutare la possibilità di coltivare la sostanza non soltanto a Firenze, ma su base regionale, con protocolli simili a quello della Toscana. In secondo luogo, cercheremo di valorizzare il ruolo degli enti di ricerca e di alcune aziende all’avanguardia della regione, che potrebbero inserirsi nella sperimentazione sia della coltivazione che dell’utilizzo medico della sostanza».

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