In Fvg bonus da 150 euro per l’acquisto delle bici elettriche

Il centrosinistra regionale decide di istituire un nuovo eco-incentivo Lauri: «Stiamo definendo i dettagli». Il voto a metà marzo

TRIESTE. “In bici sfrontatamente felici”, recitano le magliette della critical mass. In Friuli Venezia Giulia c’è un motivo in più per sorridere: la Regione finanzierà gli acquisti di biciclette elettriche. Un bonus concesso a ogni singola famiglia o cittadino che intende farsi un regalo decisamente più salutare e meno inquinante di automobili e scooter. Si pensa a un contributo tra i 100 o i 150 euro a testa sul prezzo totale del mezzo. La somma esatta sarà definita in questi giorni, ma l’accordo in maggioranza, su spinta di Sel, è praticamente fatto: il fondo complessivo previsto per l’intera operazione dovrebbe aggirarsi attorno ai 500 mila euro e verrà attinto dai 32 milioni di “extragettito” che il Consiglio regionale si appresta a mettere in legge. Il provvedimento approderà in aula già metà marzo. Questione di qualche settimana, dunque, per attrezzarsi.

L’idea arriva soprattutto dal pressing del mondo dell’associazionismo: nei giorni scorsi un gruppo di rappresentanti di “Rete Mobilità Nuova Fvg”, promotori di una sottoscrizione online alla quale avevano aderito centinaia di persone e che il Consiglio regionale aveva fatto proprio con un ordine del giorno, sono stati ricevuti dai consiglieri di maggioranza e opposizione. Tra le richieste, oltre al sostegno pubblico per le due ruote, anche risorse per i percorsi casa-scuola favorendo, in particolare, i “pedibus” con incentivi per i Comuni. A ciò si aggiunge la proposta di creare “zone 30”, vale a dire aree della rete urbana dove istituire un limite di velocità di 30 chilometri orari invece dei consueti 50 indicati nel codice stradale, permettendo così una migliore convivenza tra auto, pedali e due ruote. La Regione, per il momento, ha risposto con il finanziamento per l’acquisto delle biciclette “a pedalata assistita”, le elettriche appunto. Ma non si esclude che il contributo possa essere esteso anche per altre tipologie, come le normali mountain bike o city bike. Se ne discuterà in aula.

L’iniziativa della maggioranza segue quella già varata a novembre: i 3 milioni di euro per un ecobonus da mille euro a chi sostituisce l’automobile con una euro 5 o 6. «Produciamo sull’economia del Friuli Venezia Giulia un effetto identico al contributo per la rottamazione delle auto – commenta il capogruppo di Sel Giulio Lauri, che sta seguendo da vicino il caso – ma con un effetto positivo sull’ambiente e sulla salute dei cittadini molto più rilevante. Le città delle altre regioni europee hanno modelli di mobilità molto più sostenibili di quelli italiani e la diffusione dell’uso della bici rende le strade più sicure e produce effetti positivi sulla qualità della vita e quindi indirettamente anche risparmi nella spesa sanitaria». La prossima sfida sarà proprio la promozione delle “zone 30” ma, al momento, mancano risorse adeguate per intervenire. «Per questo servono fondi ben più importanti di quelle ricavabili dall’extragettito – avverte Lauri – e questi investimenti contrastano col patto di stabilità. Adesso non ce la facciamo, ma è la strada che dovremo percorre in futuro».

L’intenzione di contribuire con gli ecobonus per le bici elettriche nasce anche da una serie di studi citati nell’ordine del giorno sulla mobilità sostenibile sottoscritto, oltre che da Pd e Sel, pure da M5S. L’European Cyclists’ Federation, si legge nel testo, ha dimostrato che la bici è capace di generare 200 miliardi di euro di benefici economici in tutto il continente e che oltre la metà di questi vantaggi derivano dai risparmi sulla spesa sanitaria. Nel dettaglio si ritiene che ogni chilometro percorso in sella può portare alla società un guadagno netto di 42 centesimi di euro, mentre se si percorre lo stesso tratto in automobile si genera una perdita di 3 centesimi, costituita da costi su sicurezza, turismo, salute e trasporti. Senza calcolare l’impatto sul ricorso al petrolio e la netta diminuzione dell’inquinamento atmosferico e sonoro con risparmi effettivi stimati in poco più di un miliardo di euro l’anno.

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