In Fvg bocciato dal 78% il patto sindacati-Confindustria sulla rappresentanza

Il referendum nelle fabbriche “sconfessa” la linea di Cgil, Cisl e Uil. E nello scontro interno il leader della Fiom Landini batte Camusso
Il segretario Generale FIOM Maurizio Landini e il segretario Generale CGIL Susanna Camusso in un'immagine del 21 ottobre 2011.ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Il segretario Generale FIOM Maurizio Landini e il segretario Generale CGIL Susanna Camusso in un'immagine del 21 ottobre 2011.ANSA/MASSIMO PERCOSSI

I metalmeccanici del Friuli Venezia Giulia voltano le spalle ai sindacati. L’accordo sulla rappresentanza, firmato da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria lo scorso 10 di gennaio, è stato bocciato. «Un dato inequivocabile» sostiene la Fiom comunicando il risultato. Hanno votato 5.610 operai di 83 aziende per rispondere alla domanda “approvi il Testo unico sulla rappresentanza sottoscritto da Confindustria e Cgil, Cisl e Uil”. Ecco il verdetto: 4.207 (77,95%) hanno votato “no” e 1.190 (22,05%) per i”sì”, 169 schede fra bianche e nulle. Il referendum giunge alla fine di un percorso controverso che ha visto la categoria della Fiom in contrapposizione con la Cgil anche sulle modalità di voto. Una contrapposizione interna fra il leader della Fiom, Maurizio Landini, e la segretaria nazionale della Cgil Susanna Camusso “sconfessata” quindi dal risultato finale.

«Il testo unico - ha commentato Gianpaolo Roccasalva, segretario Fiom Fvg - rischia di far rientrare dalla finestra quello che in Fiat era stato cacciato dalla porta dalla sentenza della Corte Costituzionale». Per Roccasalva, dunque, «questo sarà un tema scottante che verrà affrontato dal congresso nazionale della Fiom che inizierà a Rimini il 10 aprile, con la partecipazione dello stesso segretario generale della Cgil Susanna Camusso».

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