In Fvg bar e ristoranti riaperti ai clienti fino alle 18. E limiti anti-affollamenti

Tutti gli effetti della riclassificazione. Ammessi gli spostamenti fra comuni. Sabato il presidente Fedriga firma un’ordinanza che aggiungerà misure restrittive
Persone con la mascherina all'esterno di bar a Trieste (Foto Lasorte)
Persone con la mascherina all'esterno di bar a Trieste (Foto Lasorte)

TRIESTE Un po’ più di libertà, visto che da domani, domenica 6 dicembre, ci si potrà spostare di comune in comune senza autocertificazione e senza necessariamente dover andare al lavoro e da un dottore.

Il ritorno in zona gialla è però particolarmente atteso da migliaia di imprenditori che in vista del Natale possono riaprire bar, ristoranti, pasticcerie e gelaterie, non solo per il servizio di asporto e consegna a domicilio. Dal 5 al 14 novembre il Friuli Venezia Giulia, al via dell’Italia divisa a colori, si era già trovato in zona gialla. E dunque non sarà una novità.

Il Fvg ritorna in zona gialla da domenica, ma intanto contagi ancora oltre i mille
In centro a Trieste con la mascherina sistemata sul volto a coprire naso e bocca. Foto di Andrea Lasorte

Si dovrà naturalmente continuare a fare attenzione al coprifuoco, dalle 22 alle 5, che potrà essere “violato” solo per comprovati motivi di lavoro, salute e stretta necessità. Ma la circolazione intercomunale tornerà a essere permessa, con la possibilità anche di raggiungere un’altra regione gialla. I locali pubblici potranno, dalle 5, riaprire al cliente di passaggio, fino alle 18, con asporto consentito fino alle 22 e delivery senza restrizioni. L’apertura a pranzo e fino alle 18 sarà possibile, come per tutte le zone gialle, anche il giorno di Natale e il 26 dicembre, con consumo al tavolo per un massimo di quattro persone, con l’eccezione dei conviventi. Anche gli alberghi rimarranno aperti, ma il 31 dicembre non si potranno organizzare cene e veglioni: dalle 18 sarà consentito solo il servizio in camera.

Coronavirus in Fvg, 1.040 nuovi contagi e 26 vittime
A member of medical staff wearing a personal protective equipment (PPE) walks in the Intensive Care Unit (ICU) for the novel coronavirus, COVID-19 cases, in the San Filippo Neri hospital in Rome, on October 30, 2020. - Italy's Prime Minister Giuseppe Conte tightened nationwide coronavirus restrictions after the country registered a record number of new cases, despite opposition from regional heads and street protests over curfews. ANSA/MASSIMO PERCOSSI


Nessuna novità per i negozi, che continueranno a restare aperti, con chiusura nei giorni festivi e prefestivi dei centri commerciali, ad eccezione di supermercati e alimentari, farmacie, parafarmacie, tabacchi ed edicole al loro interno. Nulla cambia nemmeno per sport, giochi e tempo libero, ma si tratta della conferma delle chiusure di cinema, teatri, mostre e musei, palestre, piscine, sale bingo, centri scommesse e slot machine, anche in bar e tabaccai. Con la capienza dei mezzi del Tpl al 50%, per gli studenti delle superiori non ci saranno in ogni caso modifiche alle modalità della didattica. Si rimarrà collegati con i professori in via telematica, nell’attesa di un ritorno in aula, con il tetto del 75% degli iscritti, dopo le festività di fine anno.



Oggi, sabato 5 dicembre, in conferenza stampa il governatore
Massimiliano Fedriga
illustrerà però anche i contenuti dell’ordinanza regionale che aggiungerà qualche restrizione alle norme nazionali anti-contagio. Sul territorio il coronavirus va ancora messo all’angolo ed è fondamentale nei prossimi giorni non alimentarlo, con conseguente, inevitabile nuovo inasprimento delle misure.

Due, fondamentalmente, le disposizioni previste dalla Regione, d’intesa con la task force guidata da Fabio Barbone. Se i bar e i ristoranti riaprono, si vuole evitare qualsiasi assembramento al bancone, con il caffè o il bicchiere di vino davanti. «Probabilmente – anticipava ieri sera Fedriga – diremo che dalle 10 o dalle 11 di mattina la consumazione nei bar potrà avvenire solo seduti».

Si interverrà quindi sui negozi, definendo un tetto massimo di persone che potranno trovarsi contemporaneamente all’interno dei locali. Non mancheranno inoltre le raccomandazioni, a partire dalla richiesta ai cittadini di non recarsi in abitazioni di non conviventi perché proprio lì, spiega il presidente della Regione, «c’è una maggior rilassatezza e maggior vicinanza, c’è più rischio». A preoccupare sono anche i possibili ingressi dall’Austria e dalla Slovenia, ma per poter in qualche modo filtrare le presenze dai confini si tratta di trovare la collaborazione con lo Stato, trattandosi di competenza nazionale. —


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