In Fvg arriverà l’aumento per 90 mila dipendenti pubblici
UDINE L’eco della caccia ai fannulloni si fa flebile, smorzato dal «Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e della coesione sociale» che Renato Brunetta, ministro della Pubblica amministrazione, ha firmato ieri insieme al premier Mario Draghi e ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil.
Se dunque un pizzico di diffidenza c’è ancora nei confronti di quello che fu nemico numero dei “pubblici fannulloni”, 10 anni dopo il sindacato è pronto a voltare pagina, a concedere una nuova chance a Brunetta, grazie anche (sopratutto) alla credibilità di Draghi. La notizia dell’accordo, che in regione promette di portare una ventata d’ossigeno a quasi 90 mila dipendenti pubblici – tanti sono stando a una recente elaborazione del ricercatore di Ires, Alessandro Russo –, è stata accolta ieri con entusiasmo dai leader sindacali del Pubblico impiego.
«È una cosa importantissima – esordisce Massimo Bevilacqua, segretario generale di Fp Cisl Fvg –. Certo, siamo ancora scottati da quanto Brunetta ci aveva tolto, ma il momento è diverso e ci porta a essere fiduciosi». Le dichiarazioni del premier sono musica per le orecchie delle parti sociali. «Finalmente si è capito che bisogna spendere – continua Bevilacqua – che la Pa non è un costo, ma una risorsa». Le parole d’ordine ci sono tutte: detassazione del salario accessorio, diritto permanente alla formazione, lavoro agile contrattato, risorse aggiuntive, nuova classificazione del pubblico impiego, innovazione digitale, partecipazione sindacale e welfare. «Siamo contenti – ribadisce Bevilacqua – perché siamo un sindacato di proposta e questo accordo di fatto recepisce molti dei nostri contenuti».
Primo commento positivo anche per Orietta Olivo, segretaria regionale di Fp Cgil. «Dal nostro punto di vista – afferma – l’accordo è il frutto del lavoro di mobilitazione iniziato già l’anno passato e culminato nello sciopero del 9 dicembre e delle tante assemblee sui posti di lavoro. L’approccio è positivo, ora vediamo come questo di traduce in fatti, perché ricordiamo che questo ministro è lo stesso che 10 anni fa ha fatto fortuna con la campagna sui fannulloni».
Non lo dimentica nemmeno il numero uno di Uilpa Fvg, Lorenzo Schiavini. «C’è entusiasmo ma anche diffidenza, perché il ministro sembra un altro, ma è sempre Brunetta. Detto questo, leggere di valorizzazione professionale fa piacere come fa piacere sapere che finalmente il lavoro viene visto come motore di sviluppo del Paese. Sono anni che lo andiamo ripetendo e che cerchiamo di farlo capire all’opinione pubblica». Il segretario di Uilpa Fvg riconosce per altro la fragilità del sistema. «È una realtà, ma la colpa è dei tagli lineari che ci sono stati in questi ultimi dieci anni, del mancato turnover, dello svilimento del pubblico impiego. Situazioni che Brunetta ha contribuito a creare e rispetto alle quali ha fatto mea culpa. Per superare l’impasse – conclude Schiavini – bisogna puntare sull’innovazione tecnologica e garantire il turnover». —
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