In fuga dopo gli abusi su una 13enne di Trieste, arrestato a Manila

Rintracciato nelle Filippine un 51enne latitante condannato per violenza ai danni della figlia minorenne della convivente
Tommasini-Trieste-Tribunale
Tommasini-Trieste-Tribunale

TRIESTE L’hanno preso nelle Filippine, a un’ottantina di chilometri da Manila: ad Angeles City, nota località turistica. Turismo sessuale, anche minorile.

Cinquantun anni, originario di Udine. Su di lui pendeva un mandato di cattura internazionale per una vecchia vicenda di ripetuti abusi su una tredicenne triestina: la figlia della donna con cui l’uomo aveva una relazione. I fatti, avvenuti in un alloggio di Trieste, risalgono al 2007.

Il cinquantunenne è stato arrestato grazie a un’operazione dell’Interpol di Roma, coordinata dall’esperto di sicurezza Andrea Vitalone con la Polizia filippina e il supporto del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato.

Il latitante era fuggito dall’Italia il giorno stesso della sentenza di condanna della Cassazione, che aveva confermato la pena di otto anni di reclusione emessa a Trieste sia in primo che in secondo grado.

Il ricercato è stato rintracciato anche grazie ad alcune fotografie pubblicate sull’account Facebook di una persona ritenuta «a lui molto vicina», come rivelano gli investigatori. Nell’indagine la polizia ha utilizzato anche un software di riconoscimento facciale. E poi, con in mano elementi ormai certi, è piombata nel punto in cui il cinquantunenne friulano era stato localizzato.

Quando gli agenti gli hanno stretto le manette ai polsi, l’uomo ha dimostrato un atteggiamento «arrogante», tipico del suo temperamento.

Ora è in una cella del carcere di Manila. Le autorità italiane dovranno quindi attivare le procedure di estradizione. I tempi non saranno brevi.

Sul caso aveva indagato la Squadra mobile di Trieste, intervenuta in seguito alla denuncia sporta dalla compagna dell’uomo, dunque la madre della tredicenne.

La ragazzina si era infatti confidata con la mamma, raccontandole gli abusi che era costretta a subire. «Mi faceva ubriacare con la vodka, mi stordiva...».

Secondo le ricostruzioni investigative, accertate durante il processo, la minore era stata violentata più volte tra giugno e novembre del 2007 nell’appartamento di Trieste in cui risiedeva l’allora convivente.

La minore era stata sentita alla presenza degli psicologi. La sua testimonianza era stata ritenuta del tutto veritiera. Era inoltre stata esclusa qualsiasi forma di condizionamento da parte della madre.

Il processo, celebrato in dibattimento, era durato molto. Si era concluso nel 2014.

La Cassazione aveva dichiarato «inammissibile» il ricorso presentato dall’imputato, confermando gli otto anni stabiliti dal Tribunale e dalla Corte d’Appello di Trieste, Poi l’uomo aveva fatto perdere le proprie tracce. —


 

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