In fuga dalla seconda casa: a Trieste l’Imu blocca il mercato

Gli operatori: «Troppe incognite, i prezzi scenderanno ancora. Ora almeno i proprietari saranno incentivati a cedere in affitto gli appartamenti sgombri»
Lasorte Trieste 23/03/11 - S.Vito
Lasorte Trieste 23/03/11 - S.Vito

Fuga dalle seconde case, mercato immobiliare in stallo. Vendite in aumento e mercato degli affitti più consistente. L’introduzione dell’Imu potrebbe incidere notevolmente sull’andamento del mercato immobiliare triestino, già in affanno. I proprietari di case, fori commerciali o magazzini rischiano inoltre entro fine anno di veder scendere il valore dei loro beni anche del 15 per cento.

«La gente è spaventata, questa nuova imposta è arrivata in un momento di pressione fiscale già imponente – ammette Roberto Pesavento, titolare di Urban Immobilare – ma mentre l’Imu non è altro che la vecchia Ici un po’ più pesante, a danneggiare seriamente il mercato saranno le rivalutazioni catastali».

A innescare il crollo dei prezzi sarà la difficile situazione economica delle famiglie su cui presto andrà a gravare la nuova imposta. E chi ha la fortuna di possedere più di un immobile si ritroverà a dover pagare una tassa che per le seconde case sarà più consistente della vecchia Ici. Due i motivi: il cambio dei moltiplicatori utilizzati per calcolare la base imponibile dell'immobile (si passa da 100 a 160) e l'aliquota da applicare.

A Trieste l’aliquota sulla prima casa è stata fissata al 3,9 per mille; del 5,8 quella sulle case Ater. Per le seconde case date in affitto a canone libero, cioè a prezzi di mercato, il Comune ha deciso di applicare un’aliquota del 9,7 per mille, nettamente superiore rispetto alla soglia prevista per le abitazioni non principali dalla vecchia Ici, ferma al 7 per mille. Per le seconde case affittate a canone concordato l’amministrazione ha previsto invece una soglia del 6,5 per mille, più bassa quindi rispetto all’aliquota ordinaria del 7 per mille in vigore fino all’anno scorso.

«Trieste è una città piena di case vuote, sfitte – valuta Pesavento – non c’è la mentalità imprenditoriale di metterle a reddito e questo sistema incentiverà i proprietari a darle in affitto. Per quanto riguarda invece i nuovi investimenti, le società immobiliari solide non fermeranno i loro acquisti mentre i singoli cittadini che intendono investire su un immobile ora traballano nell’incertezza». L’immobiliarista si sente in dovere di tranquillizzare gli investitori triestini ricordando che la casa resta l’unico investimento che permette di ottenere prestiti, garanzie e una buona rendita annua.

«L’Imu è l’ultimo problema degli investitori importanti – sottolinea Fulvio Fiorini, titolare dell’omonima agenzia – quello che invece comporterà la sua introduzione è una tendenza di chi ha una seconda casa a venderla. Per il mercato triestino non ci voleva».

Meno male che alcuni Comuni turistici della nostra regione, come Grado e Lignano, hanno introdotto aliquote ridotte per le seconde case date in affitto o comunque hanno mantenuto le stessa percentuale di imposta che veniva applicata dall’Ici. I primi contraccolpi dettati dall’introduzione dell’Imu a Trieste però si avvertono già: «Clienti storici stanno frenando sugli investimenti, – ammette Valter Radovini dell’immobiliare Media Group – valutano se impegnare i soldi diversamente. Temo che nei prossimi mesi il valore degli immobili sarà destinato a scendere ulteriormente». Si potrebbero allungare anche i tempi di vendita. «I clienti sono allarmati, incerti, restno alla finestra a vedere come si evolve il mercato – spiega Rita Raddesich, titolare dello Studio Duerre – l’Imu rallenterà ulteriormente il nostro mercato».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:imuseconde case

Riproduzione riservata © Il Piccolo