In Friuli Venezia Giulia uno su tre è pensionato
TRIESTE. Quasi un terzo della popolazione del Friuli Venezia Giulia è composto da pensionati e tra essi ci sono forti disparità tra uomini e donne mentre è boom di pagamenti parziali dei contributi causa crisi. È il quadro che deriva dal bilancio sociale 2012 dell’Inps, presentato ieri nella sede di via Battisti a Trieste. I pensionati in regione sono 376.171, pari al 31% della popolazione, con un picco del 34% a Trieste dove le persone ritiratesi dal lavoro sono 79.548.
Le pensioni erogate dall’Inps sono 511.833 (quasi una e mezza a pensionato) per un importo complessivo di circa 6,5 miliardi di euro. Di queste, poco più di 373 mila riguardano le gestioni privati, oltre 75 mila il pubblico (ex Inpdad, inglobato nell’Istituto nazionale di previdenza), 62 mila le pensioni assistenziali e oltre mille gli ex Enpald, ovvero ex lavoratori dello spettacolo e dello sport. I pensionati della gestione privata che percepiscono una pensione di vecchiaia o anzianità portano a casa un importo mensile medio di 1.030,19 euro, quelli della gestione pubblica 1.758 e gli ex Enpals 1.527 euro. Le pensioni tuttavia sono molto diversificate in base al genere: gli uomini che hanno lavorato nel settore privato, infatti, percepiscono una media di 1.339,79 euro euro, le donne 654,88 euro e se si sommano anche le pensioni di invalidità e altre erogazioni, il quadro non cambia, con una media di 1.145,86 per gli uomini e di 581,38 per le donne. Nel settore pubblico la situazione è analoga: 2.262 euro per gli uomini e 1.397 per le donne e la realtà non cambia per gli ex lavoratori di spettacolo e sport con una media di 1.727,14 euro mensili di pensione per gli uomini contro i 976,96 per le donne. Le pensioni minime superano quota 90 mila con un’integrazione, per arrivare all’importo di 460 euro, del 49%. Tra gli iscritti, in sensibile calo i lavoratori dipendenti (329.729, -8,8% rispetto al 2011) mentre crescono i dipendenti nel settore agricolo (12.364, +7,1%) e i domestici (16.027, +6,4%).
Per quanto concerne i datori di lavoro, sono calati dell’1,19% arrivando, nel 2012, a 35.220. Crescono notevolmente (+46,18%) i pagamenti solo parziali dei contributi così come le rateizzazioni dei pagamenti, cresciute del 57,82%, a conferma del periodo di difficoltà per le aziende. «I dati economici non sono buoni – sottolinea il direttore regionale dell’Inps, Rocco Lauria – e confermano che la struttura produttiva è fragile con una stragrande maggioranza di imprese di piccole e piccolissime dimensioni. E anche i dati sulla cassa integrazione non confortano, visto che nei primi 9 mesi del 2013 sono in aumento del 4% mentre a livello nazionale si registra un piccolissimo calo delle ore richieste». Lauria lancia anche l’allarme relativo all’erogazione dei servizi da parte dell’Inps dopo gli interventi di spending review. «Rispetto al 2006 abbiamo ridotto l’organico del 25%, oggi contiamo 673 dipendenti ma per il 2014 è prevista un’ulteriore riduzione del 10%. Eppure siamo riusciti a garantire una crescita della produttività del 16% completando, tra le poche regioni in Italia, il percorso di integrazione con Inpdap ed Enpals, e risparmi per quasi un milione di euro. Ma ci vengono chiesti ulteriori tagli del 44% e non sarà facile mantenere determinati standard di qualità».
Sul versante della vigilanza, l’Inps regionale ha smascherato, in oltre mille ispezioni, 737 imprese irregolari e 387 lavoratori in nero con accertamenti di evasione fiscale per quasi 10 milioni di euro.
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