In Friuli Venezia Giulia persi 14 mila residenti nel giro di quattro anni
TREISTE Una società in costante invecchiamento, dove le nascite non riescono nemmeno lontanamente a pareggiare i decessi e dove la popolazione autoctona continua a calare anche per effetto di una situazione economica che spinge i giovani a cercare fortuna all’estero. Da quattro anni in qua il numero di abitanti del Friuli Venezia Giulia è caratterizzato da un’inesorabile discesa e nemmeno l’aumento dei residenti stranieri riesce a bilanciare un trend che dal 2014 non conosce pause.
I cittadini registrati in regione al primo gennaio 2018 ammontano a 1.215.538, circa 2.300 in meno rispetto a un anno prima. La dinamica si è avviata quattro anni fa, quando gli abitanti del Fvg avevano sfiorato quota 1.230.000. Le cifre sono rilevate da Ires Fvg, sulla base di una rielaborazione di dati Istat. Il ricercatore Alessandro Russo nota che «il calo osservato nell’ultimo anno si è concentrato nella provincia di Udine (-2.085 unità) e solo in quella di Pordenone si rileva un minimo incremento (+29)». Se si guarda invece ai comuni, la popolazione triestina è invece aumentata (+104), così come quella udinese (+177), al contrario di quanto avvenuto a Pordenone (-12) e soprattutto Gorizia, che segna una contrazione di 331 abitanti, equivalente all’1% dei residenti.
Prima colpevole del trend negativo è la dinamica demografica da tempo in atto in regione, dove è un lontano ricordo il picco di nascite del 2007 (10.557 bambini). Il 2017 si attesta infatti su livelli da primi anni Novanta, con 8.123 nuovi nati contro 14.506 decessi, con un saldo di -6.383 unità. L’andamento è negativo rispetto all’anno precedente, che rispetto al 2017 aveva segnato 353 nascite in più e 415 morti in meno. A livello provinciale i nati vedono la provincia di Udine (3.369 nel 2017) guidare la classifica, seguita da Pordenone (2.321), Trieste (1.481) e Gorizia (952).
Il saldo naturale negativo non è una novità per un territorio anziano come il Fvg, ma ciò era stato compensato fino a quattro anni fa da flussi migratori che avevano bilanciato il declino demografico. Un fenomeno che Ires Fvg vede ora nuovamente in inversione.
Nel 2017, infatti, il numero di cittadini stranieri residenti in regione è cresciuto di quasi 2.400 unità, portando gli abitanti non italiani a 106.600, con un +2,3% rispetto all’anno precedente. Un cambio di trend seguito a tre anni col segno meno, dopo che nel gennaio 2014 si erano sfiorate le 108 mila presenze straniere. Gli incrementi maggiori si osservano nell’area triestina e isontina, dove si registrano rispettivamente un +5,5% e un +4,6%, per un totale di 21.747 e 13.423 residenti non italiani. È a Pordenone che si evidenzia però la maggiore incidenza di stranieri: le quasi 40 mila presenze equivalgono a una ogni dieci abitanti (10,1%) contro una media regionale che si ferma all’8,8% e che supera di alcuni decimali l’8,5% nazionale. Se Trieste e Gorizia si collocano rispettivamente al 9,3% e al 9,6%, Udine si ferma al 7,5%, lontana dal 10,5% dell’incidenza riscontrabile nel Nordest. Il 42% degli stranieri residenti si concentra nei quattro capoluoghi.
Per quanto riguarda i singoli centri, i valori percentuali più elevati si riscontrano a Monfalcone, dove gli stranieri sono il 22% dei residenti. Seguono tre paesi della Destra Tagliamento: Pravisdomini (17,8%), Prata di Pordenone (17,7%) e Pasiano di Pordenone (16,5%). Ligosullo è invece l’unico comune della regione dove tutti i 104 residenti hanno la cittadinanza italiana.
Un terzo degli stranieri residenti in regione è originario di due soli Paesi: Romania e Albania, da cui provengono rispettivamente 24.606 e 9.670 residenti, seguiti da 6.936 serbi, 5.368 ucraini e 4.045 marocchini. Nell’ultimo anno è aumentato soprattutto il numero di stranieri provenienti da Pakistan (+1.312),Romania (+789), Bangladesh (+359), Afghanistan (+311) e Iraq (+163), anche come conseguenza dei più recenti flussi migratori. —
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