In Friuli Venezia Giulia mancano all’appello 150 vigili del fuoco

La denuncia della Cisl che ha proclamato lo stato di agitazione. Trieste e Gorizia sotto di 61 unità. Pressing sul prefetto Porzio. Il direttore del Comando regionale Munaro: «Spero che dalla capitale arrivi più attenzione alle assunzioni»

TRIESTE I vigili del fuoco del Friuli Venezia Giulia sono sotto organico. E a mancare all’appello non sono solo poche unità, ma addirittura 150 operatori, 61 dei quali tra Trieste e Gorizia. L’allarme arriva dalla Cisl, che ha proclamato lo stato di agitazione da circa un mese e attende forse già oggi una risposta in merito dal governo centrale. Ed è confermato anche dal direttore del Comando regionale Loris Munaro: «Spero che dalla capitale arrivi più attenzione alle assunzioni».

Il sindacato definisce la carenza «drammatica» e sottolinea come, agli oltre 150 operatori mancanti all’appello nelle quattro province considerate complessivamente, vadano sommati i pensionamenti che saranno effettuati entro la fine dell’anno. «La situazione è assolutamente critica - commentano Delfio Martin, segretario Fns, e Luciano Bordin della Cisl Fvg -. Al punto tale che siamo stati costretti a rivolgerci direttamente al prefetto di Trieste Anna Paola Porzio, in qualità di rappresentante del governo in Fvg, che sappiamo già essersi messa in contatto con le strutture di Roma».

«Auspichiamo un intervento deciso del governo perché la situazione è davvero insostenibile - continuano i sindacati -. Ne va della sicurezza dei cittadini: ci aspettiamo un impegno concreto, in direzione di un piano di assunzioni adeguato e di assegnazione di risorse. Tanto più se si considera che l’estate è ormai alle porte e che alcuni nodi critici siano ancora irrisolti: si pensi ad esempio ai presidi di Lignano e di Grado, mete turistiche di grande affluenza durante la stagione calda».

A scontare la carenza di personale - sia amministrativo sia, soprattutto, operativo - non sono tuttavia solo i centri turistici. Il Comando di Trieste risente dell’assenza di 34 unità, tra personale generico, portuali e nucleo sommozzatori, alle quali si aggiungono altre 10 figure da impiegare nel settore amministrativo. Nell’Isontino il divario tra organico previsto e reale è di 27 individui: mancano 10 vigili, 10 capi squadra, 6 ispettori e una figura generica. E non finisce qui: entro l’anno sono previsti 6 pensionamenti, mentre avvolte dall’incertezza sono le sorti del presidio di Grado, teatro nei giorni scorsi di un incidente mortale legato alle esalazioni di fumo. La situazione si aggrava nel resto della regione: a Udine mancano 44 unità, che arriveranno a 50 con i pensionamenti; a Pordenone la carenza ammonta a 37 figure, che diventeranno 45 con le quiescenze. Pordenone e Sacile lamentano inoltre l’assenza di «una precisa definizione progettuale delle caserme». 

Munaro annuncia che oggi si confronterà con la rappresentanza nazionale dei vigili ovvero «l'ingegnere Guido Parisi, delegato del capo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco». Un incontro, quello tra Munaro e Parisi, caldeggiato da Fns e Cisl Fvg. «In effetti la situazione dell’organico è un po’ precaria. Su un territorio piccolo come il nostro i numeri non sono elevati - riprende il direttore regionale .-: con qualche trasferimento o pensionamenti non immediatamente coperti da nuove assunzioni si va subito in affanno. La situazione è però ormai diventata cronica, tanto che lo stesso capo del Corpo, qui la scorsa settimana, ne ha constatato la gravità. Spero che Roma d’ora in poi sarà più attenta alle assunzioni. In regione si sta svolgendo un corso che terminerà i primi di agosto: l'auspicio è che determinerà un importante rafforzamento dell'organico. I cittadini non si sentano tuttavia preoccupati: la copertura del territorio è garantita dalla flessibilità e dalla mobilità del personale».

©RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Argomenti:pompierilavoro

Riproduzione riservata © Il Piccolo