In fila con un’ora di anticipo per conoscere meglio Ulisse IL VIDEO INTEGRALE DELLA LEZIONE

Marittima piena per la prima delle Lezioni di Storia: aperte anche le sale secondarie durante l’approfondimento sull’«eroe giusto». Seconda puntata il 12 con Marco Polo
Lasorte Trieste 29/10/17 - Marittima, Lezioni di Storia
Lasorte Trieste 29/10/17 - Marittima, Lezioni di Storia

TRIESTE C’è sempre una ragione per guadagnarsi un posto in prima fila. È quello che ieri devono aver pensato i triestini ordinatamente in coda dalle 10 del mattino davanti alla Stazione marittima, con un’ora abbondante di anticipo sull’inizio, stabilito alle 11, per la prima delle sei Lezioni di Storia, ideate dagli Editori Laterza, organizzate dall’Erpac e con la media partnership del Piccolo, a ingresso gratuito e dedicate quest’anno al tema del viaggio. Rassegna inaugurata dunque sotto il segno di Ulisse: la prima lezione era infatti intitolata “La Libertà – Ulisse e i suoi compagni” ed è stata affidata alla cura di Eva Cantarella, storica dell’antichità e del diritto antico.

 

Lezioni di storia 2017 a Trieste: Ulisse secondo Eva Cantarella



Accoglienza calorosa del pubblico: raggiunta la capienza massima della sala Terminal passeggeri, si aprono anche le sale vicine, e in una nebbiosa domenica mattina ci si ritrova insieme a ripercorrere le vicende di cui, per l’appunto, si rese protagonista Ulisse, costretto dopo la distruzione di Troia, dall’ira di Poseidone, a peregrinare nel Mediterraneo prima di fare ritorno ad Itaca. Spiega la storica: «Il viaggio di Ulisse è stato visto a volte come un racconto di viaggio anche dagli antichisti, che per moltissimo tempo si sono affannati a cercare di individuarne le tappe. Traccia di questo tentativo c’è ancora nell’itinerario di alcune crociere, dette omeriche, con partenza dal Circeo, dove ci sarebbe stata proprio la maga Circe, fino alla Tunisia, dove ci sarebbero stati i Lotofagi». Tentativi enormi, ma tutti falliti posto che il mondo allora si fermava alla Sicilia e alle coste occidentali del Tirreno e non oltre le colonne d’Ercole.

 

 

Ma se non è un viaggio nello spazio che cos’è il vagabondare di Ulisse? Risponde la storica: «È un viaggio nel tempo, dal dodicesimo all’ottavo secolo avanti Cristo, ovvero dal crollo della civiltà micenea, che prende il nome da Micene pur esistente in vari luoghi di terraferma e isole greche, fino alla nascita della polis». Il viaggio di Ulisse rappresenterebbe l’affermarsi dell’idea di giustizia dall’antichità fino ai giorni nostri. «Da Omero e dai 26mila versi dei poemi omerici, non scritti da uno o due poeti ma piuttosto il luogo nel quale si sono depositati i canti orali raccolti da uno o due poeti, conosciamo – afferma la storica – la cultura e i valori di quei secoli successivi al crollo della civiltà micenea e rimasti vivi nelle comunità di villaggio non regolate da un’autorità sovraordinata, come sarà la polis, ma da principi e valori che sono quelli che ci racconta Omero». Rapporti regolati dalla vendetta, considerata un dovere sociale, e dall’onore: quello omerico è l’eroe della vendetta. Ulisse tornato a Itaca deve uccidere i 108 Proci per riconquistare l’onore.

Dal riflesso dei poemi omerici sappiamo che tra il dodicesimo e l’ottavo secolo a.C. ci si rende conto che la vendetta è una catena senza fine: «Accanto a questi valori competitivi iniziano ad affiancarsi valori di tipo collaborativo: la giustizia fa la sua comparsa nei versi omerici, anche se non è così diffusa come l’etica della vendetta». All’epoca la memoria è trasmessa oralmente e il compito di aedi e rapsodi è insegnare agli ascoltatori come si devono comportare. Ma come? Risponde ancora Cantarella: «Proponendo modelli positivi e negativi. Penelope il modello di donna per eccellenza che respinge i Proci e aspetta Ulisse, al lato opposto l’antimodello Clitennestra, adultera e assassina. L’eroe maschile per eccellenza è Achille, una macchina da guerra. Ulisse, invece, è un eroe diverso dagli altri: unico tra tutti ritiene la giustizia un valore importante, unendo le qualità dell’eroe della vendetta a quelle dell’uomo nuovo». Conclude la storica: «Quando uccide i Proci è l’eroe della vendetta ma quando deve punire chi tra i suoi dipendenti lo ha tradito si comporta in modo diverso: è il capo che deve amministrare la giustizia familiare». Ulisse in questo senso è anche l’uomo nuovo della polis. Nel 620 avanti Cristo sarà Dracone a dare la prima legge agli ateniesi stabilendo l’omicidio come un crimine e cancellando così il mondo della vendetta.

Prossimo appuntamento con le Lezioni di Storia domenica 12 novembre alle 11. Con l’archeologo Vito Bianchi andremo nel Catai di Marco Polo.

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