In dieci anni oltre 3mila i triestini “emigrati” in provincia di Gorizia

Monfalcone è la mèta più gettonata seguita da Ronchi dei Legionari e dal capoluogo isontino. Prezzi delle case più bassi e maggiore vivibilità tra i motivi principali del cambio di residenza

Trieste addio, vado a vivere in Bisiacaria. Sono 3038 i triestini che nell’arco degli ultimi dieci anni hanno deciso di lasciare la città d’origine e trasferirsi nella provincia di Gorizia. Secondo i dati forniti dal Comune capoluogo regionale, sono circa 300 in media i concittadini che ogni anno hanno messo radici oltre il Timavo. Prezzi più bassi per comprare casa e una maggiore vivibilità sono gli elementi di maggior forza che hanno convinto le persone a dire addio alla città capoluogo di regione. Tra le mète preferite non solo Monfalcone, ma anche i più piccoli comuni nella fascia di terra tra l’Isonzo e Timavo. Con 1051 abitanti arrivati da Trieste fra il 2003 e il 2012, la città dei cantieri resta in assoluto il comune più gettonato fra i 25 della provincia di Gorizia. Con 445 triestini, la segue subito dopo Ronchi dei Legionari. Al terzo posto conferma il fenomeno Gorizia stessa, fuori dalla Bisiacaria ma capace di attrarre 386 ex triestini fra i suoi 35.800 abitanti. Continuando la lista dei comuni con maggior numero di triestini in fuga, troviamo Staranzano al quarto posto con 218 persone, San Canzian d’Isonzo (164) e Grado (155). Al settimo posto Gradisca (133) e all’ottavo Fogliano Redipuglia (92).

Ma da cosa dipende questo fenomeno? Secondo le testimonianze degli stessi triestini "emigrati", oltre al più accessibile costo della casa, l’oltre Isonzo attrae anche per la presenza di spazi verdi e la prossimità dei servizi di base (scuola, supermercati, posta), più facilmente raggiungibili che in città. Impagabile poi la possibilità di parcheggiare l’auto sotto casa. Un’occhiata all’andamento della popolazione residente a Trieste rende più evidente l'esodo. I 3038 triestini emigrati in 10 anni da Trieste alla provincia di Gorizia pesano notando pure che, nello stesso periodo, la città ha perso in totale 4343 residenti; anche se va precisato che questo calo dipende da diversi motivi demografici, tra cui l'aumento della mortalità. Ad ogni modo a inizio 2003 gli abitanti di Trieste erano 212.795, e a inizio 2012 si attestavano a quota 208.452.

Secondo l’assessore competente, Emiliano Edera, la chiave di lettura è il prezzo della casa. «Che i picchi più alti dell’esodo corrispondano agli anni attorno al 2007 è legato al fatto che in quel periodo il costo degli immobili era in assoluto il più alto che si sia mai registrato a Trieste. Sono curioso di vedere quale sarà l’andamento nel biennio 2013-14, visto l'ulteriore abbassamento dei prezzi previsto sugli immobili. Se nel biennio 2007-08 Monfalcone poi offriva case più economiche rispetto a Trieste, ora potremmo aspettarci un minor numero di triestini che si trasferiscono oltre il Timavo».

Edera annota comunque come il fenomeno dipenda anche dal desiderio, sempre più forte per pensionati e famiglie, di lasciare alle spalle la vita della città per uno stile di vita più calmo. I dati sull’esodo dal Comune di Trieste verso quelli minori della stessa provincia (in testa Muggia, Duino e San Dorligo) tornano di nuovo utili in questo senso. Se in dieci anni tremila triestini hanno scelto Gorizia e la Bisiacaria, ben 5.288 hanno deciso di lasciare la città per vivere nei comuni più piccoli della provincia di Trieste. E lo stesso Edera aggiunge che «si dovrebbe tenere conto anche di tutti quei triestini che comprano casa in Slovenia per risparmiare anche sulle tasse».

Ma Trieste cosa fa per contrastare questa tendenza? «Il nostro compito come amministratori – risponde il vicesindaco Fabiana Martini – è favorire le condizioni che possano fare di Trieste una città sempre più a misura d’uomo. Promuovere una migliore mobilità per le biciclette e i pedoni è la strada che porteremo avanti per aumentare la qualità della vita. Dopo le prime resistenze, ogni qualvolta abbiamo reso pedonale un nuovo tratto di città, il ritorno è sempre stato positivo in termini di soddisfazione da parte dei cittadini, liberi di spostarsi negli spazi dove le auto non la fanno più da padrone».

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