In Croazia licenziato il capo degli 007

Ma la decisione della presidente Kitarovic deve essere ratificata dal premier che prende tempo. È scontro istituzionale
La bandiera della Croazia
La bandiera della Croazia

ZAGABRIA. La Croazia si sta trasformando in una repubblica presidenziale? Il sospetto è quantomeno lecito se si esamina il grande attivismo politico del capo dello Sato, Kolinda Grabar Kitarovic e, soprattutto, del gradimento che la stessa raccoglie presso l’opinione pubblica. L’ultimo episodio che la vede protagonista tocca i nervi più scoperti in Croazia e in utti i Balcani, ossia il ruolo del capo dei servizi segreti. Orbene l’inossidabile Kolinda non ha esitato a porre la propria firma in calce alla lettera di dimssionamento del capo dei servizi segreti croati, Dragan Lozancic mettendo in crisi i rapporti tra la presidenza della Repubblica e il neopremier Tihomir Oreškovic.

«Una decisione affrettata», dicono in molti in Croazia che non avrebbe tenuto conto delle disposizioni di legge, disposizioni che prevedono la convalida congiunta del capo dello Stato e del primo ministro. E il premier Oreškovic non ha proprio gradito la “fuga” in avanti del capo dello Stato che lo ha, in pratica, messo di fronte al fatto compiuto. «Deciderò entro questa settimana», ha affermato il premier il quale non ha mancato di rimarcare che è buona prassi politica quella che impone un coordinamento nella presa di decisioni così importanti per il Paese.

Il fatto è che siamo di fronte a una situazione molto antipatica per Oreškovic. Un suo eventuale rifiuto di controfirmare il provvedimento sottoscritto dal presidente Grabar Kitarovic porterebbe il Paese in una vera e propria crisi istituzionale. Un suo assenso, invece, andrebbe a confermare le voci che lo vogliono identificare come una “marionetta” in mano a chi lo ha portato a governare la Croazia.

La questione però non divide solo il capo dello Stato e il premier, ma anche i due partiti di coalizione, ossia l’Accadizeta e Most, con i primi assolutamente chiusi in un silenzio molto rumoroso e i secondi decisamente contrari alla destituzione del capo degli 007. Se si guarda la situazione da un punto di vista esterno si può facilmente evincere che il capo dell’intelligence croata si è giocato la fiducia della Grabar Kitarovic in seguito alle intercettazioni di cui era stata soggetto nell’indagine contro Zdravko Mamic, presidente della squadra calcistica della Dinamo Zagabria, successivamente arrestato con l’accusa di corruzione e appropriazione indebita. Mami„ che è stato uno dei finanziatori della campagna elettorale della Grabar Kitarovic alle presidenziali del 2014.

Ma non c’è solo la guida dei servizi segreti croati a dividere la coalizione di governo. L’ultimo caso riguarda ancora una volta il ministro della Cultura, Zlatko Hasanbegovic il quale, dopo aver detto che avrebbe preferito che l’Istria alla fine della Seconda Guerra mondiale fosse finita in mani inglesi, ora appare in una foto in prima pagina sul settimanale Novosti, in compagnia di un discusso giornalista che indossa il berretto degli ustascia di Paveli„. Lui parla di fotomontaggio, il premier lo difende. I sospetti restano.

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