In Croazia ancora 28 mila italiani e quasi cento contagi in Dalmazia
FIME Undici agenti della Questura di Spalato sono risultati positivi al coronavirus. Altri diciannove poliziotti si trovano di conseguenza in isolamento, dopo essere stati a stretto contatto con gli infetti. La Questura ha dichiarato che i contagi non sono avvenuti sul posto di lavoro e che nessuno dei commissariati della regione spalatina viene ritenuto un focolaio, specificando di aver adottato tutte le misure epidemiologiche del caso, mentre gli esperti al contempo continuano a monitorare la situazione e sono pronti a intervenire.
Spalato e il suo circondario continuano in ogni caso a preoccupare i sanitari: dopo i 103 nuovi casi di venerdì, ieri è stata data notizia di altri 92 contagiati, dei quali nove sono stranieri, non se ne conosce tuttavia la nazionalità. In totale questa regione adriatica presenta 404 casi attivi ed è seconda solo alla città di Zagabria, dove i malati sono 518.
Quarnero e Istria navigano invece in acque molto più tranquille. Il capo della task force quarnerino-montana della Protezione civile, Marko Boras Mandić, ha comunicato che nelle ultime 24 ore i casi di infezione sono stati quattro: «Parliamo di malati giovani – ha asserito Boras Mandić –, di persone che si trovano da giorni in isolamento domiciliare perché sono state a contatto con infetti dal Covid. Tra i colpiti non c' e' nessun turista».
Mandić ha quindi rilevato che al contempo quattro quarnerini sono riusciti a sconfiggere il virus, portando il totale dei guariti a 165, mentre i malati sono complessivamente 43. Due le persone decedute.
Dall’Istituto regionale per la Salute pubblica è stato fatto presente che a causa dei regolamenti di singoli Paesi (Italia, Austria, Slovenia e Gran Bretagna), c’è una forte pressione da parte dei vacanzieri stranieri per avere accesso a i tamponi.
I test anti -Covid adesso sono pertanto stati messi a disposizione non più solo a Fiume ma anche nelle sedi distaccate di Cherso, Lussino, Arbe, Veglia e – da domani – pure ad Abbazia. Il costo del tampone è di poco inferiore alle 700 kune (92 euro e 70 centesimi), con risultati che vengono resi noti il giorno successivo a quello del controllo.
L’Istria, attraverso il suo staff anticrisi, ha reso noto che nel giro di 24 ore è stato stabilito un nuovo record giornaliero di controlli: ben 440. Di queste persone, sette sono risultate positive al virus. Ora gli infetti nella penisola sono 57, con 12 vittime da febbraio a oggi. L’emergenza nel frattempo sta fiaccando il settore turistico croato, senza però riuscire a spezzarlo. Gli ultimi dati conteggiano 700 mila unità di vacanzieri. Gli italiani non hanno issato del tutto bandiera bianca: anche se Roma ha alzato la voce, imponendo delle condizioni per il rimpatrio dei propri cittadini, i dati ufficiali parlano comunque di circa 28 mila presenze italiane, rispetto alle 48 mila del 12 agosto. L’esodo c’è stato, ma non ha fatto terra bruciata.
Lo stesso discorso vale per gli austriaci, con l’inflessibile Vienna che non è riuscita a cancellare del tutto la presenza dei connazionali nell’Adriatico. Da 40 mila si è passati a 15 mila unità: non molto ma quanto basta per confermare che non tutti gli austriaci si sono spaventati per il diktat lanciato dalla capitale. Gli sguardi degli operatori turistici croati sono adesso puntati soprattutto sui circa 75 mila villeggianti sloveni, che entro domani devono rimpatriare per evitare la quarantena di 14 giorni nel loro Paese. L’esodo, massiccio, è già cominciato. Ma è scontato che drappelli di turisti della Dežela continueranno a crogiolarsi al sole del Quarnero e dell’Istria. —
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