In Consiglio regionale il Pdl sfora il budget per i portaborse

A fine anno il gruppo supererà di 40mila euro il tetto. Pesa la paga del caposegreteria Pascazio. Tagli di personale in vista
Lasorte Trieste 13/05/13 - Consiglio Regionale,
Lasorte Trieste 13/05/13 - Consiglio Regionale,

TRIESTE. Il Pdl in Consiglio regionale ha un addetto di segreteria in meno di quanto potrebbe, sette anziché otto, ma spende comunque troppo, 40mila euro all’anno più dei parametri fissati dal governo Monti. Un paradosso, quello di un gruppo che secondo le norme regionali ha la facoltà di assumere un’altra persona, che rischia di costare un posto di lavoro.

Il primo taglio

Vicenda complicata quella dei “portaborse” pidiellini a partire dalla “fuga” estiva direzione gruppo Misto di Bruno Marini e Elio De Anna che ha prodotto il taglio automatico di un posto in segreteria: da nove a otto. Secondo la legge regionale 52 del 1980, si prevede infatti la presenza di un’unità di categoria fino alla D, con funzioni di capo, tre fino alla D per i gruppi fino a quattro consiglieri o quattro per i gruppi con più di quattro consiglieri. E ancora un’unità, della stessa categoria, ogni due consiglieri privi di incarichi di giunta.

La squadra del Pdl

Un organigramma di nove persone, dunque, per il Pdl d’inizio mandato forte di otto eletti, ma scese a otto dopo l’abbandono di Marini e De Anna. Nel dettaglio, al lavoro per i berlusconiani si sono ritrovati inizialmente il caposegreteria Giuliano Pascazio, l’ex consigliere regionale Piero Tononi, il consigliere comunale di Gorizia Fabio Gentile, le due riconfermate addette di segreteria Noemi Bet e Chiara Liut, le due segretarie particolari dell’ex vicepresidente Luca Ciriani, Dusolina Marcolin, e dell’ex assessore alle Infrastrutture Riccardo Riccardi, Fanny Codarin, e ancora Patrizia Sittaro, già collaboratrice di Alessandro Colautti, e Sabrina Milotti, al lavoro la scorsa legislatura per Daniele Galasso.

La seconda uscita

Dopo che Sittaro ha lasciato il Pdl per il Misto, il gruppo ha perso pure un’altra unità: Fanny Codarin ha seguito l’ex assessore Riccardi nominato alla guida del Comitato di controllo. A conti fatti il Pdl, che a rigor di legge potrebbe riempire otto caselle, si ritrova con Pascazio e sei addetti. Ma sfora il budget.

Il costo dei regionali

È proprio il caposegreteria a fornire spiegazione e numeri: «I dipendenti di ruolo, come risultiamo Marcolin e io, producono costi superiori alla media in quanto ovviamente costiamo più di un neoassunto». Pascazio in particolare, “prestato” dalla direzione Funzione pubblica dove ha lavorato in precedenza, è un D8. Il suo stipendio è in ogni caso a carico della Regione, che lavori al gruppo o in direzione, ma di fatto alza i conti pidiellini. «Nell’intento di ridurre i costi – osserva –, la legge Monti non avrebbe dovuto considerare i dipendenti di ruolo che non sono un costo aggiuntivo né per la Regione né per la politica».

La torta da dividere

Stando a quanto recepito del decreto Monti all’interno della legge regionale 10/2013, ogni gruppo consiliare può spendere una cifra pari a tre dipendenti in categoria D6 (una media di poco più di 50mila euro l’anno ciascuno) più una quota distribuita proporzionalmente ai seggi conquistati alle elezioni. «A noi spetterebbe un totale di circa 304mila euro all’anno – fa sapere Pascazio –. Ma, nonostante una “squadra” ridotta, in questi primi quattro mesi abbiamo già superato di 13-14 mila euro il consentito, vale a dire circa 40mila nella proiezione annuale».

La scadenza di fine anno

Un’ipotesi è quella di contenere gli stipendi di un paio di D1 (i laureati) che guadagnano 40mila euro all’anno (i C1 si fermano invece a 35mila), ma non basterebbe. Di qui la necessità di tagliare un’altra persona. Una scelta dolorosa che il Pdl sarà costretto a fare entro il prossimo 31 dicembre. «Una beffa – osserva Pascazio – per una Regione autonoma che si trova costretta paradossalmente a pagare dazio proprio quando opta per soluzioni interne che non comportano spese ulteriori. A suo tempo, anche l’amministrazione Illy aveva cercato di privatizzare il personale dei gruppi, ma evidentemente l’inevitabile lievitare dei costi ha poi suggerito la non applicazione della norma e quindi la soluzione di continuare ad avvalersi anche di personale di ruolo».

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