In Consiglio regionale il friulano in aula costa 272 euro al minuto

In un anno a Palazzo solo un’ora e mezza di “bilinguismo”. Ma la spesa per le traduzioni sfiora i 36mila euro. Sloveno al top
sterle trieste consiglio regionale piazza oberdan
sterle trieste consiglio regionale piazza oberdan

TRIESTE Durante i lavori d’aula, piazza Oberdan spende quasi 300 euro per ogni minuto di traduzione in friulano e oltre 524 euro per lo sloveno. Soldi pubblici pescati dalle tasche del contribuente. Sono i nuovi numeri che emergono dal sistema con cui il Consiglio regionale tutela le lingue minoritarie. Un sistema, previsto da un apposito regolamento interno, potenzialmente disponibile durante tutte le sedute. Ma usato pochissimo: appena 15 volte nel corso del 2012. Meno di un’ora e mezza, guardando il minutaggio registrato.

Il Consiglio, però, deve pagare comunque la consulenza annuale di 36 mila euro affidata a una ditta esterna. In questo modo è consentito ai consiglieri di esprimersi quando lo ritengono in una delle tre lingue previste dallo statuto: sloveno, friulano e tedesco. Per quest’ultimo, tuttavia, non esiste nessun addetto e il consigliere che ha chiesto di farne uso, comunque per sole tre volte, è Franco Baritussio. L’esponente di La Destra ha dovuto fare il traduttore di se stesso. E così le risorse stanziate vanno totalmente per lo sloveno e il friulano: 26 mila euro per l’uno, 9.500 per l’altro. Quasi 36 mila euro per nemmeno un’ora e mezza di traduzioni. Utilizzate da appena 5 consiglieri. Una media di 7 mila euro a testa per parlare qualche minuto.

Le traduzioni

Il regolamento interno all’articolo 62 chiarisce che «in relazione all’attività dell’assemblea, i consiglieri possono esprimersi, sia oralmente che per iscritto, in una delle lingue parlate nell’ambito del territorio regionale ammesse a tutela ai sensi dell’articolo 2 della legge 15 dicembre 1999, n°42 (sloveno, friulano, tedesco, ndr)». Quindi «per i consiglieri che non conoscono dette lingue è garantita la tempestiva traduzione italiano degli interventi». Una possibilità di cui i consiglieri si sono serviti per sole 15 volte in tutto l’arco del 2012, come è stato già documentato nei giorni scorsi, per una spesa complessiva di 35 mila 791 euro e 80 centesimi. 2 mila e 386,16 a traduzione. La questione aveva sollevato forti polemiche tra chi si batte per la tutela, come i consiglieri di minoranza slovena, e chi la ritengono invece un inutile spreco di denaro pubblico. È il caso di Bruno Marini e Piero Camber del Pdl.

Lo sloveno

Ora salta fuori una fotografia più dettagliata sull’effettivo utilizzo delle traduzioni in aula. Posto che Baritussio per il tedesco deve fare da sé, autotraducendosi, nel 2012 durante le 42 sedute del Consiglio regionale (ciascuna delle quali dura in genere una giornata intera) nelle altre due lingue si è parlato per 1 ora e 25 minuti. La fetta più consistente riguarda la minoranza slovena: 11 interventi sui 15 complessivi per 50’e 13”. Si devono sostanzialmente a Igor Gabrovec di Slovenska Skupnost (gruppo Pd). Due minuti invece per Igor Kocijancic di Rifondazione comunista. Partendo dal totale della spesa, esattamente 35 mila 791 euro, i conti sono presto fatti. La spesa di ogni traduzione è di 2 mila e 386 che, moltiplicata per le 11 dichiarazioni in sloveno, fa 26 mila e 247,76. Dividendo la somma per i 50’ complessivi, si scopre che ciascun minuto vale 524,95 euro. Nel 2012 le 10 dichiarazioni in sloveno di Gabrovec sono costate quasi 24 mila euro.

Il friulano

Curiosi anche i numeri dell’altra lingua tutelata dalle leggi regionali del Fvg. Ma evidentemente snobbata dal Consiglio. In tre, appena, hanno animato il dibattito in friulano. Il consigliere leghista Enore Picco è quello che ha tenuto alto l’orgoglio, seguito dal collega del Carroccio Ugo De Mattia e da Paolo Menis (Pd). Nel 2012 sono quattro gli interventi tradotti, per 35’ e 7”. Fanno 9 mila 544,48 euro. Sono 272,70 euro al minuto.

Gli anni passati

Sono 252, invece, le sedute d’aula che si sono tenute in Consiglio regionale dal 2008 al 2012. In 80 di queste il Palazzo ha dato spazio a un dibattito con una delle tre lingue minoritarie previste. È poco più del 30% e sempre per pochi minuti. Di fatto un continuo rimbalzo tra il friulano Picco e lo sloveno Gabrovec. Mandi e hvala.

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